Generale di Brigata Aerea Stefano Cagna
MOVM alla memoria
La Medaglia d’Oro al Valor Militare
Stefano Giacomo Cesare Natale Cagna, confidenzialmente chiamato “Stuin” cioè “Stefanino”, nacque il giorno di Natale del 1901 ad Ormea (CN), antico borgo Piemontese, dove trascorse gli anni dell’infanzia. Con il trasferimento della famiglia a Genova e volendo alleggerire il peso della propria istruzione dalle limitate disponibilità familiari, vi frequentò l’Istituto Nautico “Vittorio Emanuele II”, per uscirne nel 1921 con il diploma di Capitano di lungo corso.
Seguendo la sua vocazione alla navigazione, ora marittima, poi aerea, trovò naturale seguire i corsi dell’Accademia Navale di Livorno, nel ruolo del complemento, dalla quale uscì nel 1923 con il grado di Guardiamarina e con una decisa inclinazione per il volo, maturata durante le frequenti visite all’idroscalo di Muggiano e culminata con un volo che lo colmò di entusiasmo.
La maestria nautica fu quindi trasferita all’aereo, meglio all’idrovolante, tipo di velivolo che in quegli anni era oggetto di privilegiati sviluppi operativi; nel 1924 Stefano Cagna conseguì così il brevetto di pilotaggio sul F.B.A. (Franco British Aviation) 150 HP e di lì a poco, assegnato alla 187ª Squadriglia Idrobombardieri (25° Stormo – 79° Gruppo) di Cadimare, fu qualificato sul Macchi M.7 ter, idrocaccia marittimo ed infine conseguì il brevetto di Pilota Militare su SIAI S 16. Un aneddoto sul giorno del brevetto, significativo per delineare l’amore di “Stuin” per i due elementi del suo destino, l’aria e l’acqua, narra che lui ed il suo carissimo amico e compagno di volo Guido Bonini – come lo sarà Stefano Cagna, anch’egli futuro “Atlantico” – dormivano in un angolo dell’aviorimessa per essere sempre vicini ai loro apparecchi ed al loro mare. Il giorno del volo del brevetto, mentre erano in aria, un piccolo incendio distrusse il lato dell’aviorimessa dove avevano la loro cassetta militare ed i loro vestiti. A quei due giovani piloti, che ogni tanto mandavano un vaglia a casa per aiutare la famiglia, quella era sembrata l’avventura più tremenda della loro vita.
“Giovanissimo ufficiale pilota, fa sperare in una riuscita eccezionale”; con questo vaticinio il Comandante del 25° Stormo lo avvia nel 1924 ad un futuro di sempre più alte affermazioni; nel 1925 partecipò alla Coppa Miraglia, gara di velocità e perizia per idrovolanti e venne assegnato al 26° Stormo, dove, nel 1926 fece la conoscenza di Italo Balbo, incontro che sarebbe stato determinante per il suo futuro di aviatore. Nell’aprile di quell’anno infatti è secondo pilota dell’idrovolante che condusse a Tripoli Italo Balbo (che nel novembre successivo sarebbe stato nominato Sottosegretario dell’Aeronautica), in occasione di una visita di Mussolini in Libia. A Balbo non sfuggirono l’attenzione e la cura che il giovane pilota aveva per il capace Cant 6 ter, idrovolante che oltre ai due piloti poteva trasportare ben 12 passeggeri.
I riconoscimenti arrivarono tempestivi per Stefano Cagna: il 1° luglio cessò di appartenere alla Regia Marina e transitò in Aeronautica con il grado di Tenente in SPE e gli fu concessa la Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico. Balbo reclamò ancora una volta per sé quel giovane ardito e capace pilota e lo volle come suo aiutante di volo; così “Stuin” divenne, il 18 ottobre 1928, aiutante del Sottosegretario di Stato alla R.A., al posto di Alberto Briganti, il quale gli lasciò queste consegne: “Ovunque vada con lui (Balbo) non lo perda mai di vista, perché corre il rischio di non ritrovarlo”. Egli fu quindi per molti anni l’aiutante di volo del Maresciallo dell’Aria Italo Balbo. Ma fu di più: fu il camerata, l’amico, il fratello, lo sperimentatore, l’attuatore delle idee. Nelle ore di preparazione delle prove più audaci fu non solo il consigliere prezioso ma, al momento decisivo, il primo collaudatore, lo sperimentatore
Quando Balbo disse:
“Voglio andare con 61 apparecchi a fare il periplo del Mediterraneo Occidentale”,
Cagna rispose:
“Benissimo Eccellenza”
e provò di persona per primo. Erano i primi voli di massa, che potevano risolversi con un disastro se la preparazione, l’allenamento, i mezzi e gli uomini non fossero stati perfetti.
Furono un trionfo dell’Aviazione Italiana.
Balbo disse ancora:
“Voglio andare con uno Stormo in America e tornare. Voglio andare a Rio, a Chicago ed a New York e dimostrare che quello che gli altri fanno con un solo apparecchio noi lo facciamo in massa”,
Cagna rispose:
“Benissimo Eccellenza”
e sperimentò aerei e rotte.
A lui erano affidate le prove più rischiose, i sopralluoghi sulle acque delle future tappe, gli esperimenti di decollo a pieno carico, nelle varie condizioni di clima e d’aria, dal cui esito dipendeva tutta l’impresa…
Così Cagna si “abituò a passeggiare sul Mediterraneo”, in ossequio al concetto strategico con il quale Balbo intese condurre, nel 1929, la Crociera del Mediterraneo Orientale, giusta congiunzione di quella condotta l’anno prima ad Occidente e preparazione degli equipaggi alla prova ancor più ardua che sarebbe venuta nel 1930 – 1931 con la Crociera Italia-Brasile, alla quale Cagna partecipò quale pilota dell’S55TA (Trasvolata Atlantica) I-BALB, accanto a Balbo.
“Che barba tutto quel mare!“, con questa simpatica esclamazione Cagna sdrammatizzò la tensione e la stanchezza di mesi di preparazione e di settimane di audace esecuzione, quando finalmente le Squadriglie Nere, Rosse, Bianche e Verdi della Squadra Aerea Transatlantica ammararono nella baia di Rio de Janeiro il 15 gennaio 1931, dopo 10.500 Km e quasi due mesi tra navigazione e soste.
Per la partecipazione alla Crociera, Cagna fu promosso al grado di Maggiore per merito straordinario ed assegnato all’aeroporto di Centocelle Nord, sede del reparto di volo dello Stato Maggiore della R.A..
Al termine della Crociera, Balbo ideò ed autorizzò l’uso di un’aquila da Pilota Militare di particolare fattura, per distinguere i piloti che avevano partecipato all’impresa: una A azzurra era stata “caricata” sulla normale aquila costituente il brevetto in uso.
Secondo i progetti di Balbo, il successo della Crociera Atlantica e il prestigio che da essa ne derivò alla Regia Aeronautica consentirono di mettere in piedi un progetto analogo con cui celebrare degnamente il decennale della Forza Armata: la traversata dell’Atlantico fino agli Stati Uniti in occasione dell’Esposizione internazionale di Chicago e dell’inaugurazione del monumento a Cristoforo Colombo. Sempre agli ordini di Balbo, il primo luglio 1933 24 S.55X (X = decimo) decollarono da Orbetello e raggiunsero New York il giorno 19, in un clima di incredibile entusiasmo.
Anche in questa occasione Cagna, che era stato promosso Ten. Col. a scelta l’anno prima, fece da battistrada alla crociera con numerosi voli di ricognizione per la selezione delle possibili tappe e la preparazione dell’organizzazione logistica della crociera. Naturalmente Balbo, che considerava Cagna “il mio aiutante di volo, l’indivisibile compagno di ogni impresa, insomma il mio uomo di fiducia”, volle ancora “Stuin” accanto a sé sull’I-BALB.
Conclusa la Crociera Aerea del Decennale e sciolta la Squadra Atlantica, per non disperdere il prezioso patrimonio di uomini e di esperienze maturate nel corso di quattro Crociere Aeree di Massa, compiute nell’arco di cinque anni (1928-1933), uomini e macchine vennero inquadrati in un nuovo reparto appositamente costituito.
Lo Stormo Sperimentale da Bombardamento Marittimo, basato su due Gruppi, il 93° e il 94°. La maggior parte del personale fu reperita tra i piloti e gli specialisti trasvolatori atlantici mentre i velivoli in dotazione erano gli idrovolanti SIAI S.55X impiegati per la Crociera del Decennale e alcuni SIAI S.62. Primo Comandante dello Stormo fu proprio Stefano Cagna, nel grado di Tenente Colonnello, che tenne il comando fino al 20 novembre 1933.
Riassunse quindi a tutti gli effetti le funzioni di Aiutante di Volo di Balbo e allorché il Maresciallo dell’Aria venne designato, nel 1934, Governatore della Tripolitania e della Cirenaica (che vennero fuse nella colonia di Libia), lo seguì in Africa Settentrionale, per assumere, ad appena 32 anni, nel giugno 1934 il Comando dell’Aviazione della Tripolitania, che mantenne fino al maggio 1936.
Il 15° Stormo B.T. fu trasferito da Guidonia nella colonia nel 1936 e vi rimase fino al febbraio 1941; era inquadrato nella 9ª Brigata Aerea “Leone” e fu il reparto di più lunga permanenza in Libia, durante gli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale.
Dal carteggio del Colonnello Cagna si apprende che “guidò il Reparto con passione e perizia facendone una magnifica Unità in cui entusiasmo ed alto grado di addestramento mirabilmente si fondevano”.
La sua predisposizione alle imprese ardite e l’innato senso di “provar per primo” si rispecchiano ancora nella nuova attività di paracadutista, come rivela il racconto di un suo stretto collaboratore, il Magg. Capanni (che morirà con lui nella battaglia delle Baleari):
“Il Colonnello Cagna si getta per primo col paracadute dall’aeroplano, per invogliare i suoi uomini alla progettata scuola. Cagna è abile quanto robusto e, nella discesa col paracadute, sa destreggiarsi quel tanto che basti a schivare una brutta caduta.”
Il 16 marzo 1939 Stefano Cagna fu promosso Generale di Brigata Aerea nell’aeroporto di Castel Benito; aveva da poco compiuto 38 anni ed era il più giovane Generale della R.A.. Rimase in Libia fino al 1940, al Comando Superiore delle Forze Armate dell’Africa Settentrionale e nel maggio di quell’anno lasciò l’Aeronautica perché incaricato dal Capo di SM Pricolo della riorganizzazione dell’Aviazione Civile. Accettando quell’incarico, Cagna si separò per la prima volta da Balbo e quella fu anche l’unica ed ultima: non si sarebbero più rivisti. La guerra incombeva ormai a breve e poco durò la lontananza di Cagna dalla R.A.; dopo la dichiarazione di guerra (10 giugno 1940) scelse di tornare il Generale Stefano Cagna e chiese a Balbo di combattere al suo fianco. Forse avvertendo il destino imminente, Balbo a malincuore declinò l’offerta, e inconsciamente salvò la vita di Cagna; infatti di lì a poco, nel pomeriggio del 28 giugno l’S79 con il quale il Maresciallo stava rientrando a Tobruk venne erroneamente inquadrato dalla contraerea amica ed abbattuto. La perdita del Capo addolorò moltissimo Cagna che chiese ed ottenne di partecipare alle operazioni belliche.
Gli fu assegnato il Comando della X Brigata Aerea “Marte” Bombardameto Terrestre, di stanza a Cagliari Elmas e composta dagli Stormi da B.T. 8° e 32°, dall’85° Gruppo R.M. e dalle Squadriglie di Soccorso:
146ª, 148ª, 183ª, 188ª, 199ª.
In quei primi mesi di guerra Cagna fu uomo di grande coraggio e di pronta azione, un pilota magnifico che esercitava sui suoi uomini un fascino immediato.
Era un Comandante instancabile, trascinatore. Se la ricognizione marittima tornava senza aver avvistato obiettivi, partiva egli stesso in volo, da solo.
Quando veniva scovato il nemico si metteva in volo alla testa di più squadriglie, sovente di tutta la Brigata e guidava personalmente l’azione con tenacia e coraggio impareggiabili. E fu proprio in una di queste azioni che si compì il suo destino. “Per affondare una nave da guerra bisogna tuffarsi su di lei. Bisogna sganciare la bomba nel suo fumaiolo”, queste sue parole sintetizzano l’impeto e la determinazione che devono averlo condotto, il 1 agosto 1940, alla guida dei suoi Stormi sopra un’imponente flotta di 3 corazzate, 2 portaerei, 4 incrociatori, 6 cacciatorpediniere diretta a Malta. L’aeroplano di testa, quello di Cagna, discese a 2600 metri, in un’atmosfera densa di esplosioni, mise il sole alle spalle e sganciò.
Quelli che sopraggiungevano, attraverso un cielo di fumo, non videro più il suo aeroplano: colpito dai proiettili di un violentissimo tiro di sbarramento era precipitato nel mare delle Baleari.
Racconta il Cap. Cimicchi (altra splendida M.O.V.M.), gregario di Cagna nell’attacco:
“I caccia nemici continuavano a volteggiare intorno a noi: ci mitragliavano senza tregua.
Per il fumo denso delle cannonate il cielo era diventato nero. Eppure ad un tratto, in quella fitta nube, riuscii a vedere l’apparecchio del Generale Cagna che si impennava, rivolgeva la prora al cielo come in un’estrema invocazione, quindi precipitava di ala, scomparendo nel fumo.
Avevamo perduto un Capo, un Maestro, un Amico.”
L’aviazione Italiana aveva perduto uno dei suoi migliori soldati.
Il destino di Stefano Cagna si compì così tra due azzurri:
la volta del cielo, lo specchio dell’acqua.
Decorazioni, Onorificenze e riconoscimenti
del Generale B.A. Stefano Cagna
1° agosto 1940
Medaglia d’Oro V.M. alla memoria – battaglia aeronavale delle Baleari
9 luglio 1940
Medaglia d’Argento V.M. – combattimento nel cielo delle Baleari
Giugno-agosto 1928
Medaglia d’Argento V.A. – missione di soccorso nelle regioni polari
9 settembre 1937
Medaglia di Bronzo V.A. – missione di soccorso nel Sahara Libico
Medaglia commemorativa della Crociera Aerea del Decennale
Medaglia commemorativa per le operazioni militari in Africa Orientale
Croce di cavaliere della Corona d’Italia
Croce di Commendatore dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, con Sovrano motu proprio
Ricevette inoltre 6 encomi.
Testi consultati
“Stefano Cagna un aviatore al fianco di Italo balbo”, Tullio Pagliana, edito a cura del Comune di Ormea, Arti Grafiche Erregi Genova, ed. 2002
“Sguardi sulla Libia dall’aeroplano”, Donatello Gabrielli, Editoriale Plinio Maggi, Tripoli ed. 1940
“Ali d’Italia sull’Atlantico”, Guido Mattioli, Editrice l’Aviazione, ed. 1933
“Stormi in volo sull’oceano”, Italo Balbo, A. Mondadori Editore, ed. 1931
“La centuria alata”, Italo Balbo, A. Mondadori Editore, ed. 1934
“Aquile sul Mediterraneo”, Giuseppe Cimicchi M.O.V.M., Edizioni Ardita, ed. 1968
“La Regia Aeronautica 1939 – 1943”, Nino Arena, Ed. SMA-USSMA, ed. 1981
Documentazione varia depositata presso l’Ufficio Storico del 5° Reparto dello SMA
Scritti e pensieri raccolti da Giacomo De Ponti (Generale di Brigata Aerea, già appartenente al 15° Stormo – 85° Gruppo, dal 14 aprile 1982 al 29 giugno 1992) nel mese di novembre 2008, per il 15° Stormo e l’associazione “Gente del Quindicesimo”.
Una copia è stata depositata presso l’USSMA, documentazione relativa al Gen. Stefano Cagna.
Considerazioni finali
Un altro aneddoto aiuta a marcare l’origine della particolare impressione che Stefano Cagna destò in Balbo. Durante la missione in Africa un episodio colpì Balbo: dopo l’ammaraggio nel porto di Tunisi, quando i passeggeri ed i piloti erano scesi, si manifestarono problemi di stabilità all’ormeggio dell’idro, tanto che i piloti temettero per la sua incolumità. Senza perder tempo Cagna si gettò in acqua e raggiunse a nuoto l’idrovolante, riportandolo in sicurezza. Balbo rimase sorpreso da quella prodezza di spirito e se ne ricordò al rientro in Italia, quando grazie al suo intervento furono superati gli ostacoli burocratici che, dal 1923, impedivano a Cagna il passaggio dalla Marina all’Aeronautica.
Assegnato nel 1927 a Vigna di Valle al Centro Sperimentale Idrovolanti, Cagna consolidò la sua straordinaria abilità di pilota e l’ormai innata scrupolosa perizia nella preparazione delle operazioni di volo. In questo frangente incontrò nuovamente Balbo, il quale, risoluto a prendere il brevetto di pilota di idrovolanti, volle come istruttore proprio Stefano Cagna.
E’ questo il periodo nel quale l’aviazione italiana acquisiva consensi e prestigio internazionali per via di imprese e records di personaggi di tutto rilievo, come De Pinedo, De Bernardi, Nobile, Del Prete. Balbo guardava con interesse quelle imprese ed i grandi aviatori che le realizzavano, soprattutto per la pubblicità all’aeronautica che ne derivava, tuttavia era contrario al divismo ed all’immagine da “prima donna” che acquistavano i piloti solitari; occorreva quindi mirare a crociere collettive con più squadriglie, che costituissero scuola per il comando e la disciplina e per formare il carattere degli uomini.
La traduzione pratica di questo principio furono le Grandi Crociere Aeree di massa, per affrontare le quali Balbo, consapevole di non saper manovrare gli idrovolanti altrettanto bene quanto gli aerei terrestri, volle accanto a sé Stefano Cagna.
L’anno di inizio di questo periodo epico per la R.A., il 1928 fu un anno importante per Stefano Cagna; nel breve volgere di pochi mesi molti eventi si addensarono sul suo destino.
La Crociera Aerea del Mediterraneo Occidentale – dal 26 maggio al 2 giugno – vide iniziare la sua esperienza di pilota al fianco di Balbo; immediatamente dopo la crociera, designato dallo stesso Balbo, partì con il Magg. Umberto Maddalena con un idrovolante S 55 alla ricerca di Umberto Nobile e degli altri sopravvissuti dell’incidente del dirigibile Italia, al Polo Nord.
Le ricerche furono frenetiche, Maddalena racconta:
“Lo sguardo impazza. Cagna, Rampini, Marsano (gli altri membri dell’equipaggio) ed io sembriamo dei forsennati, chiusi nella nostra assurda impotenza come in una camicia di forza. Dove sono i naufraghi? Abbiamo gli occhi sbarrati!”
finché, finalmente, il 20 giugno 1928, dall’S55 scorgono i sopravvissuti della “TENDA ROSSA” e da quell’avvistamento poté avviarsi a conclusione l’operazione di soccorso.
Musica di Ennio Morricone - The Red Tent