Trenta giorni dopo morte di una persona cara, si celebra il cosiddetto “trigesimo”, una Santa Messa in ricordo di un defunto. Per chi era legato da una relazione affettiva o l’avesse conosciuto è un momento importante, è l’occasione di poter pregare per lui tutti insieme un’ultima volta, con il pensiero che sia a guardarci e a vegliare su di noi.
E così, il 30 gennaio a Cesena, presso la Parrocchia dei Militari “Madonna di Loreto” della Zona Logistica del 15° Stormo, ed il 31 gennaio all’aeroporto militare “Mario De Bernardi” di Pratica di Mare, nella graziosa Cappella aeroportuale, sono state celebrate due Sante Messe in occasione del trigesimo della scomparsa del Generale di Squadra Aerea Nello Barale.
L’Associazione Gente del Quindicesimo (AG15) in primis, il 15° Stormo e quanti avevano avuto il piacere di conoscere ed operare con il Generale Barale, non avevano accettato di non averlo potuto degnamente salutare il 31 dicembre e quindi il saluto è avvenuto nel corso delle due celebrazioni di cui scrivo.
Il Generale Barale, fra i primi provenienti dai Corsi regolari dell’Accademia Aeronautica assegnato all’ala rotante, nel grado di Capitano fu inviato, a metà degli anni ’70 del secolo scorso, insieme al Capitano Leonardo Mazzucco negli USA, a frequentare il corso di abilitazione sull’elicottero anfibio HH3F presso la US Coast Guard. L’assegnazione dell’HH3F fu un avvenimento assolutamente rivoluzionario per il 15° Stormo e per il Soccorso Aereo in ambito militare e civile e l’ampia attività operativa svolta nei due ambiti, in Patria e nei teatri operativi in Europa, Asia ed Africa, è stata la più concreta dimostrazione di quanto felice fu la scelta di dotare l’AM di tale vettore. Ecco perché noi anziani, appartenenti alle generazioni immediatamente dopo quella del Generale Barale lo abbiamo sempre considerato il capostipite di quanti contribuirono a tracciare ed immortalare una nuova vita per il 15° Stormo. E tale riconoscimento non viene solo dal personale navigante, dai piloti, ma anche da tutto il personale specialista. Del resto il 15° ha fortunatamente la peculiarità di volare in equipaggio e quindi di condividere in toto esperienze, emozioni e, per ciò che attiene all’attività professionale, unità di intenti e di pensieri.
Nello Barale, così come noi anziani eravamo abituati a chiamarlo, aveva insegnato a tutti noi quanto c’era da sapere su quella stupenda macchina che è stata l’HH3F; mise in piedi la struttura didattica, sia con la scuola a terra, sia con la formazione del nucleo di istruttori necessari ad effettuare la numerose abilitazioni per la mole di piloti assegnati allo Stormo in concomitanza con l’arrivo della sostanziosa flotta di HH3F. Ed in tutto ciò non si fece mancare l’attività operativa ed i turni di allarme, tanto da meritare una delle rarissime (e allora ancor di più!) Medaglie di Bronzo al Valor Aeronautico, concesse per l’attività di soccorso alle popolazioni per il terremoto dell’Irpinia e della Basilicata del 1980 (per il 15° Stormo furono solo tre nel corso di 1336 sortite per 1036 ore di volo n.d.r.).
Di seguito la motivazione:
1980 – Medaglia di Bronzo al Valore Aeronautico (interventi di soccorso nel sisma dell’Irpinia e Basilicata) T.Col. Pil. Nello BARALE “Capo Equipaggio di un elicottero del 15° Stormo impiegato nell’attività di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto del 23 novembre 1980, con sprezzo del pericolo eseguiva prontamente una missione con altissimo grado di rischio per il trasporto all’ospedale di Napoli di persone estratte dalle macerie di una casa di Calabritto. L’intervento, effettuato di notte, in zone impervie, in completa assenza di radioassistenza e con atterraggio in uno spazio esiguo e privo di segnalazioni luminose, era reso possibile grazie alla elevatissima efficienza professionale che consentiva una perfetta condotta del volo. Esempio di altissimo senso del dovere e profonda solidarietà umana. Calabritto, 26 novembre 1980. |
E non pago dell’attività di volo, il Gen. Barale svolse tutti gli incarichi previsti in seno allo Stormo, compreso il Comando dell’85° Gruppo Volo a Ciampino e, quale primo Comandante, dell’83° Centro SAR a Rimini.
Ha lasciato, ma solo fisicamente senza mai abbandonarlo con il cuore, il 15° Stormo nel 1991, dopo averlo comandato per quasi tre
anni. Successivamente, da Capo Ufficio allo Stato Maggiore dell’Aeronautica – IV Reparto, fu l’artefice della versione “Bravo” (il c.d. Codice B) dell’HH3F, quella che consentì l’ulteriore salto qualitativo e operativo del SAR nel Combat SAR, con il repentino allargamento degli orizzonti e degli impegni nel campo internazionale delle Operazioni Fuori dai Confini Nazionali (OFCN).
Ecco in poche parole – ma ce ne sarebbero volute molte di più -cosa è stato per noi il Generale di Squadra Aerea Nello Barale e non potevamo lasciarlo “partire” senza avergli tributato il nostro estremo saluto con il “Mammajut” che oggi a Pratica di Mare abbiamo urlato a gran voce e che è stato il nostro grazie di cuore per quanto Nello ha fatto per noi.
Ma non potevamo nemmeno andarcene senza aver lasciato un cuscino di fiori al monumento ai nostri Caduti che si trova nel piazzale antistante l’85° Centro SAR. Il momento di raccoglimento è stato dedicato anche al Generale di Divisione Aerea Carmine De Luca, già Presidente della AG15, e a tutti gli amici che hanno chiuso le ali di questa vita terrena per volare nell’infinito blu. Anche a loro abbiamo offerto il nostro Mammajut.
MAMMAJUT! Caro Comandante.
P.S. dell’Editore
Grazie di cuore al Generale Mario Sorino, non solo per questo articolo, ma soprattutto per il ricordo che ha condiviso con noi durante la funzione liturgica a Pratica di Mare, ricordo che gli ha inumidito gli occhi e stretto un nodo in gola.
Grazie anche ad Ernesto Ganapini e a Domenico Guerra per i loro contributi dalla celebrazione di Cesena.
Infine, desidero qui ringraziare Don Pierpaolo Oddo e Don Marco Galanti, rispettivamente i Cappellani degli aeroporti di Pratica di Mare e di Cervia, per aver celebrato le Messe e per le sentite parole da loro pronunciate. Sebbene non derivate da una conoscenza diretta ma ispirate dai racconti e dalle memorie di chi ha conosciuto il Generale Barale, la loro sensibilità cristiana ha cristallizzato parole particolarmente toccanti, sia nel ricordarne la vita ed una carriera d’eccezione, sia nel comprenderne in pieno la passione, lo spirito di servizio ed il senso del dovere che lo hanno caratterizzato e che devono essere di esempio alle donne e agli uomini che sono chiamati quotidianamente a portarne avanti la memoria, attraverso la missione del 15°Stormo, e che hanno “il privilegio di salvare vite”.
(Leonardo Barone)