Posso immaginare cosa significhi la Bandiera per un civile, lo sono stato fino a 19 anni, ma so cosa significa per noi militari. È una parte integrante del nostro corpo e dello spirito, in più per noi il tricolore non è una semplice Bandiera, ma è la Bandiera di Guerra. Quella che il Reparto rischiera in teatro di operazioni e che va difesa a quadrato, fino all’estremo sacrificio. Chi ha avuto l’onore di toccarla, svolgendo il servizio di Alfiere o Guardia d’Onore, sa che è realizzata in una stoffa particolare. Quella della storia della nostra Patria, e di tutti coloro che sotto di essa hanno servito in armi.
Rimasi colpito, da Comandante dell’83° Centro, quando fui invitato, insieme ai Comandanti del 23° e del 102°, a presenziare ad una cerimonia strettamente privata. Alla presenza appunto di noi tre e del Comandante del 5° Stormo il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Gen. Basilio Cottone, in procinto di lasciare la Forza Armata, venne a rendere onore alla Bandiera di Guerra del suo Stormo. Sono scene ed avvenimenti che si vivono in silenzio e non hanno bisogno di commenti, ma, se si vuole accoglierle, hanno in sé una massa tale di informazioni da riempire uno dei più capienti hard disk dell’era moderna.
Questa premessa, mi si perdoni se un po’ lunga, per dire che quest’oggi noi ci siamo idealmente stretti intorno alla nostra pluridecorata Bandiera di Guerra per renderle onore e per salutare il Reparto che il prossimo 5 ottobre lascerà Pratica di Mare per trasferirsi a Cervia.
Il palco delle Autorità non è stato per niente sufficiente per contenere la massa di ospiti che hanno desiderato presenziare alla significativa cerimonia.
Cerimonia che si è svolta in modo estremamente semplice.
Dopo l’ingresso della Bandiera di Guerra e della massima Autorità, Gen. B.A. Vincenzo Parma, il Comandante del 15° Stormo ha preso la parola per la sua allocuzione.
Il suo è stato un intervento chiaro e deciso. Ha brevemente tracciato il percorso storico dello Stormo, dalla sua ricostituzione a Ciampino al trasferimento a Pratica di Mare ed ha sottolineato le innumerevoli difficoltà con cui lo stesso ha dovuto sempre operare e confrontarsi, uscendone però sempre indenne ed ogni volta più forte nello spirito.
Dopo il suo intervento, a significare uno degli avvenimenti che a breve si verificherà, il Col. Preo ha consegnato al Comandante dell’85° Gruppo, Magg. Sismondini, l’insegna di Comando che dal 5 ottobre sventolerà sul pennone a significare, con il passaggio dell’85° da Gruppo a Centro, l’assunzione della qualifica di Comandante di Corpo.
Successivamente il Gen. Vincenzo Parma, Comandante delle Forze di Supporto e Mobilitazione, nel suo intervento ha riconosciuto al Col. Preo di essersi sempre adoperato a livelli di assoluta eccellenza e di essersi prodigato in ogni modo e circostanza per lo Stormo ed il suo personale.
Con qualche accenno di tristezza da parte degli anziani, comunque ben mascherata, si è conclusa questa ulteriore tappa di avvicinamento del Comando di Stormo alla terra romagnola che si arricchirà del nuovo arrivo.
Pratica di Mare ed il Lazio perdono una ricchezza ed una certezza mentre noi, che orbitiamo nell’area della Capitale, d’ora in avanti ci sentiremo un po’ orfani.