– di ODL –
L’evento accadde il 31 agosto del 1987: ero già andato via dal Gruppo e dallo Stormo da quasi un anno e sicuramente è per questo che non ne ricordo i particolari. Ciccio era di servizio in Sala operativa e quanto riporta sul “librone” si legge chiaramente:
” 14.40 Z – L’RSC ci comunica che GA sta ammarando “.
Non ricordo però neppure di aver letto l’articolo, forse allora non pubblicato, scritto dopo 23 anni da Sabatino Martellucci, membro di equipaggio a bordo.
Allora, quale occasione è migliore di questa per pubblicarlo 33 anni dopo? Anche perchè non è di tutti i giorni poter dire o scrivere e leggere….. “Ormai è sera, mangio un boccone e vado a dormire, l’elicottero è ormeggiato nel porticciolo….. “
Ma andiamo con ordine e lasciamo raccontare i fatti… a
Sabatino Martellucci:
“Sono le otto di mattina, anche oggi sarà un bella giornata è molto calda. Sono arrivato in orario, oggi non c’era traffico meno male, sono d’allarme , uno dei primi servizi che faccio. Da poco sono diventato pronto impiego ed eccomi qui aggrappato sull’elicottero per il check giornaliero, in coppia con l’amico Mario Bonaccorsi, l’equipaggio è di livello, i piloti Ettore Roda Cavagna e Paolo Simone, poi c’è il pari come ARS.
Controllata la cellula mettiamo apposto l’equipaggiamento: cassetta dei ferri, giubbetti salvagente, battellone, braghe e ciambella; chissà che non servano.
Finito il giro, bevuto il caffè, vesto i panni del manutentore, diamo un amano per la fasata, non mi fa male, anche se sono fresco di corso: MTU, capo velivolo; non si finisce mai di imparare su una macchina così complessa; c’è tanto da fare per noi montatori.Cosa c’è! La campanella dell’allarme, si deve andare. Ricerca di naufrago golfo di Salerno, ci sarà da sudare. Sono le 9,35 LT siamo in volo prua sud. Una volta raggiunta la zona cominciamo la ricerca su e giù su uno specchio di mare bellissimo e pieno d’imbarcazioni. Se ci sono li troviamo sicuramente. Passano le ore, ormai l’autonomia e al minimo, dirigiamo su Pontecagnano, per rifornimento, mangiare un boccone e ripartire per un’altra tacca, ci sono dei ragazzi da ritrovare.
Sono le 16,30 LT si comincia a sentire la stanchezza, sta per arrivare l’altro equipaggio, il bravo, per darci il cambio. Chiamo i controlli dei 30’. Fatto ! comunico tutto OK e mi risiedo in postazione. Guarda quelli su quella bella barca se la godono e guarda lei come prende il sole in topless…….che cazz…. Fumo in cabina, esce da sotto la trasmissione. Mi avvicino al tappo di gomma del cappottone, apro lentamente e vedo un fiume di olio, lo riconosco e quello della trasmissione, inconfondibile con quel colore giallo.
Un occhio a Mario che mi raggiunge, Ettore chiede lumi e Mario in un perfetto slang romanesco esclama “ a commandà perdemo tutto l’olio ma nun perdemo la calma !’.
Analizziamo la situazione, c’è poco da fare, siamo a largo, l’emergenza prevede atterrare appena sia possibile, abbiamo comunque autonomia prima che le bronzine degli alberi ad alta velocità rimangano senza lubrificazione.
Ci avviciniamo alla costa così lo mettiamo sulla terra; sfiga qui è tutto uno spuntone, non c’è uno straccio di terreno piatto. Sento un colpo sulla mia testa all’altezza del motore #1. Premo il mike ed esclamo: “Ettore mettilo giù’.
Scoprirò qualche giorno dopo sul molo di Salerno, mentre smontavo l’elicottero pezzo pezzo, come l’accoppiamento tra albero ad lata velocità e trasmissione si reggesse con un solo bullone. Avevamo perso tutto l’olio in pochi minuti, la scarsa lubrificazione aveva causato il surriscaldamento degli alberi che erano viola e i bulloni si erano tranciati, avevamo rischiato seriamente.
Solo le 16,40 Paolo comunica a Martina SAR che siamo a bagno a Punta Licosa, spenti motori, rotor breka on, sparo i galleggianti.
Leggiamo le procedure per l’ammaraggio e il traino in acqua, per la stabilità bisogna tirare giù il carrello, sparo l’emergenza.
Si avvicina un natante, lanciamo la cima, l’aerosoccorritore pensa ad assicurare il velivolo al natante che ci traina verso San Marco.
Orlandi se la ride e ci prende in giro per radio: “Siete proprio carini visti da qui su”; arriva anche la CP della capitaneria di porto di Salerno. Ci prendono in consegna loro, salutiamo i ragazzi e le ragazze che ci anno aiutato e continuiamo la navigazione.
Ormai è sera, mangio un boccone e vado a dormire, l’elicottero è ormeggiato nel porticciolo, domani arriva il Comandante e la squadra per recuperare il vettore, ma questa è un’altra storia che magari vi racconterò un’altra volta, a voi lascio le considerazioni che un’esperienza del genere vi possa suggerire.”