L’Associazione a Leros per la manifestazione “Alle origini del SAR”

Il 5 Settembre 2016 l’Associazione ha raggiunto l’isola di Leros, nel Dodecaneso, per portare in quel lontano lembo di terra nuovamente la presenza della “Gente” del Soccorso.
Come era stato annunciato ai Soci, dal 6 all’11 di Settembre nell’occasione del 70° anniversario della costituzione del Servizio di Soccorso Aereo dell’AM, nella cornice di quella che fu la base aeronavale più importante del Mediterraneo Orientale durante il secondo conflitto mondiale, sono state ricordate le gesta dei nostri avi. Le Squadriglie 147ª, 185ª della Ricognizione Marittima Lontana, con la 11ª Sezione Soccorso in esse incorporata, tutte dell’84° Gruppo, son state rievocate ed i loro uomini sono stati con affetto ricordati, nel corso delle diverse occasioni offerte dalla manifestazione “Alle origini del SAR”[1].

Una delegazione composta dal Presidente Giacomo De Ponti, dal 2° Vice Presidente Bruno “il Biondo” Romanini, dal Consigliere Francesco “Ciccio” Sgrenci, dai Soci Carmine “Nino” De Luca, Claudio Campi, Stefano Di Lorenzo, Cosimo ”Mimmo” Baglivo, Antonio Calcagni, impreziosita dalla mogli di 5 Soci e dalla presenza del Colonnello Antonio Albanese (anche lui con la consorte) Addetto per la Difesa ad Atene ed a sua volta Socio AG15°, ha portato nell’antica sede del Soccorso il ricordo e le parole della Gente di oggi alla memoria della Gente di quei lontani tempi.

Dal 1943 mancavamo da Leros e dal suo idroscalo “Giovanni Battista Rossetti”, STen. di Vascello M.A.V.M. qui deceduto nel 1924, posto nella rada di Lepida, accanto alla bella Lakki, già Portolago al tempo in cui le isole del Dodecaneso erano “Governo delle Isole italiane dell’Egeo” (territorio italiano e non colonia).

Nella cornice di questa splendida isola Greca, l’Associazione Italiana Amici di Leros (AIAL) ha organizzato con il patrocinio dell’Aeronautica Militare, dell’Ambasciata Italiana ad Atene e della locale Municipalità, una serie di eventi per ricordare e commemorare la presenza italiana in quell’isola, gli uomini che qui furono le radici del Soccorso Aereo Italiano e gli uomini che con ogni divisa combatterono per il possesso delle importanti installazioni militari in quella che divenne nota come la “battaglia di Leros”[2] (dopo gli eventi dell’8 Settembre ’43, i Tedeschi conquistarono Leros; le caratteristiche difensive dell’isola, munita di decine di cannoni contro nave e contraerei ispirò profondamente il film “I cannoni di Navarone”[3]).

Col. Albanese

Tutto è iniziato il 6 mattina con una bella cerimonia commemorativa presso il monumento ai caduti della Battaglia di Leros, cerimonia nella quale ha dato bella mostra di sè il labaro dell’Associazione che, insieme a quello dell’AAA di Bari, era inquadrato nello schieramento degli allievi Sottufficiali della Marina Militare, presente a Leros con Nave Palinuro[4], lì approdata per prendere parte alla manifestazione grazie all’efficace intervento di Antonio Albanese presente non solo come Addetto per la Difesa ad Atene, ma anche come delegato del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, che alla manifestazione ha concesso il suo patrocinio, dell’Ambasciatore Italiano in Grecia e, naturalmente, come Socio della AG15°.

Prima degli Inni Nazionali di Grecia ed Italia che avrebbero concluso la commovente cerimonia, il Cappellano di Nave Palinuro ha recitato la “Preghiera del Marinaio” seguito dal nostro Ciccio che ha dedicato a tutte le anime azzurre una sentita “Preghiera dell’Aviatore”.

Il programma della settimana, organizzato ed orchestrato magistralmente dagli amici Enzo e Cettina Bonanno dell’AIAL, era articolato in modo che tutte le mattine ed ogni pomeriggio vi erano visite guidate e ben illustrate alla città di Lakki ed agli apprestamenti militari, per comprendere meglio la storia degli eventi che hanno fatto di quell’isola un lembo d’Italia per oltre 20 anni, fino alla sconfitta finale ed all’abbandono con la successiva consegna alla Grecia.

Fra i tanti eventi, il momento più significativo per l’Associazione è stato quando, il giorno 8, ci siamo tutti ritrovati di fronte all’ingresso dell’idroscalo per scoprire la targa commemorativa che l’AG15° aveva preparato e voluto lasciare in quel luogo ad imperitura memoria degli uomini della RML e del Soccorso che lì servirono per tanti anni.

Il Presidente, che per l’occasione ha voluto rievocare anche visivamente quei tempi, indossava la tuta da volo della Regia Aeronautica[5] con gli emblemi del “5° Stormo Misto Egeo”, lo Stormo che inquadrava i reparti di volo di Rodi e Leros, ha scoperto la targa insieme a Claudio Campi che proprio quel giorno festeggiava il suo compleanno. Molta emozione da parte di tutti i partecipanti, non solo dell’AG15°, c’erano l’AAA (Associazione Arma Aeronautica), l’ATA (Associazione Travolatori Atlantici), i rappresentanti dell’AIAL (Presidente e Segretario Generale in testa) ed alla fine il Mammajut ha risuonato forte nella rada di Lepida[6].

In conclusione della cerimonia il Presidente ha consegnato il distintivo da occhiello dell’Associazione a due dei Soci Benemeriti recentemente nominati dall’Assemblea Generale, il Prof. Luigi Tulipano ed il Dott. Giuseppe Arcangeli, Soci rispettivamente anche dell’AAA e dell’ATA, lì presenti insieme a tutti noi; quale migliore e più significativo luogo poteva offrirsi per una investitura?

E’ seguita una breve cerimonia religiosa, nella chiesetta Ortodossa dell’idroscalo, oggi utilizzato in parte dalla Marina Greca; la suggestione di quei momenti e la commossa memoria degli aviatori nostri avi, ha reso la lettura della Preghiera dell’Aviatore particolarmente toccante.

Al termine della cerimonia religiosa si è potuto visitare quanto resta dell’idroscalo.

Il Comando, la caserma Avieri e la zona logistica ed abitativa sono in discrete condizioni, ancorchè molte infrastrutture siano abbandonate, mentre della zona operativa rimane, muta ed oramai inoperosa testimone, una delle due gru di movimento degli idrovolanti, identica a quella che ancora si mostra all’idroscalo di Vigna di Valle, i due hangar furono smontati nel dopoguerra e riutilizzati dalle Forze Aeree Elleniche, uno di essi oggi ospita il museo dell’Aeronautica.

Il resto della settimana è stato costellato di visite agli apprestamenti militari dell’isola, veramente imponenti e significativi dell’importanza strategica che la base aeronavale di Portolago rivestiva nel periodo prebellico e durante tutto il corso del secondo conflitto. Tale era l’importanza dell’isola che successivamente agli eventi dell’8 Settembre ’43, le forze Inglesi e quelle Tedesche se la contesero in quella che rimase nella storia come la Battaglia di Leros, della cui cruenza sono ancora oggi testimoni i ponderosi resti delle numerosissime batterie contro nave e contraeree di cui l’isola era letteralmente disseminata.

Fra i tanti resti delle postazioni, installazioni e comandi, alcuni tutt’oggi in discreto stato di conservazione va messo in grande rilievo il “muro di ascolto”, una specie di radar acustico passivo in grado di captare il rombo degli aerei attaccanti che faceva parte della cintura difensiva dell’isola. Pochissimi esemplari di questa tecnologia bellica esistono ancora e grazie all’impegno personale del Dott. Luciano Alberghini Maltoni, competente ricercatore storico particolarmente appassionato delle vicende italiane nel Dodecaneso[7], questo reperto è stato recentemente restaurato e tutti hanno potuto così constatarne le funzioni e le avanzate particolarità costruttive.

Notevoli si sono rivelati anche i due musei della battaglia, uno privato, molto curato ed impressionante per la quantità di cimeli raccolti personalmente dall’appassionato proprietario fina dagli anni immediatamente successivi alla guerra, l’altro di proprietà del municipio, forse meno fornito di materiale ma suggestivo perchè ricavato nei tunnel che all’epoca ospitavano vari comandi.

Ma Lero non è solo un monumento a cielo aperto delle vicende belliche che hanno contrapposto Italiani, Greci, Inglesi e Tedeschi, a Lero la stessa cittadina di Lakki si presenta come un luogo meritevole di una particolare menzione per essere una delle “città di fondazione” degli anni ’30, una delle città che gli Italiani edificarono dal nulla nell’Impero e nelle quali gli architetti più affermati espressero il loro genio creativo nello stile che in quegli anni fu da loro creato: il razionalismo italiano[8], quintessenza del movimento moderno architettonico internazionale che stava portando un profondo rinnovamento nell’urbanistica. Portolago, come allora si chiamava Lakki, come Latina (Littoria), Sabaudia, Guidonia, Carbonia, Asmara in Eritrea, è ancora oggi una città dove le importanti testimonianze di quell’architettura fanno rivivere la familiare e piacevole sensazione di sentirsi a casa.

In questa affascinante “capsula del tempo” L’AIAL aveva quindi intervallato le visite di carattere più “militare” a momenti culturali dedicati sia alla retrospettiva dell’antica presenza italiana nell’isola che a serate di scoperta e conoscenza di allora e di oggi. Nei due pomeriggi dell’8 e del 9 Settembre, nella suggestiva cornice dell’emiciclo a cielo aperto della scuola (ex italiana, anch’essa in puro stile razionalista, un emozionante tuffo nel passato) si è tenuto un ciclo di conferenze di storici di vari paesi (Grecia, Germania, Italia) che hanno ricostruito la storia “italiana” di Lero e della importante battaglia che, sconfitti gli Inglesi, portò l’isola ed il Dodecaneso sotto il dominio tedesco, fino alla perdita totale della sovranità italiana, avvenuta nel 1947 con i trattati di Parigi, quando il Dodecaneso fu ceduto alla Grecia come riparazione al secondo conflitto.

Nel contesto generale della storia di Leros si collocava il tema che ha ispirato la manifestazione “Alle origini del SAR” e proprio su questo specifico argomento il Presidente dell’AG15° ha tenuto il suo intervento, rievocando i legami che intercorrono tra Lero, il SAR Italiano e gli equipaggi che con Italo Balbo sfidarono il Mediterraneo e l’Atlantico nelle crociere di massa degli anni ’20 e ’30[9].

Questo evento ha segnato la fine delle espressioni ufficiali che hanno costituito il contributo dell’AG15° alla manifestazione, il 10 mattina, molto presto, alle 04.55 (in linea con la tradizionale disponibilità H24 della Gente del Soccorso) la delegazione si è imbarcata sul traghetto alla volta di Kos e di lì il successivo volo per Fiumicino ha concluso un’esperienza che per tutti è stata emozionante ed irripetibile.

Chiudendo la testimonianza di questo viaggio vanno riconosciuti i ringraziamenti di tutta la “Gente” all’AIAL per la particolare sensibilità dimostrata nel preservare la memoria di tutti coloro che a Lero si fronteggiarono e si sacrificarono per le proprie idee e per la propria fede, e tra di essi in modo ancor più diretto, coloro che, nostri avi nel Servizio, hanno sfidato i mari solcando il Mediterraneo in pace ed in guerra per portare la salvezza dal cielo, progenitori degli uomini del SAR di oggi.

Ma la manifestazione ha avuto un’altro invidiabile pregio, quello di costituire l’occasione per rinvigorire uno dei punti del nostro Manifesto di Ostia, il 4° “Noi e gli altri ancora come noi”[10] nel quale dichiariamo di ricercare i mezzi per realizzare l’unione delle Genti azzurre della cultura aerospaziale italiana, intensificare i contatti con le altre Associazioni e creare un forte collegamento culturale ed emotivo; ringraziamo allora ancora l’AIAL, l’ATA nostra sorella “nelle radici” storiche, l’AAA che tutti ci raccoglie nello spirito azzurro, per la fratellanza che si è rafforzata a Leros.

MAMMAJUT!

Il Presidente
Giacomo De Ponti


NOTE

[5] Insieme a Giacomo De Ponti indossavano le tute e gli emblemi di quei tempi anche Giuseppe Arcangeli, Vice Presidente dell’ATA, figlio di Atlantico e Socio Benemerito dell’AG15 e Luciano Alberghini, appassionato storico e ricercatore delle vicende italiane nel Dodecaneso.

[6] In allegato il promemoria del discorso del Presidente.

[7] Il sito web dell’Associazione Highway Six Club, di collezionisti ed appassionati di veicoli storici militari, del quale Il Dott. Alberghi  è Consigliere, riporta esaurienti notizie sull’installazione e sull’opera di restauro

[8] L’intero Dodecaneso è costellato di pregevoli testimonianze dell’architettura italiana tipica degli anni ‘30/’40, dal neoclassicismo al razionalismo, molte delle quali tutt’ora in perfetto stato di conservazione ed uso: Rodi, Kos, Leros.

[9] Questi legami sono profondi e molto interessanti, per chi volesse approfondire in allegato vi sono il promemoria della conferenza e la sequenza delle slides.


 

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