di Antonio Toscano
La missione era stata congegnata dal celeberrimo Chiappini, Comandante di Stormo che qualcuno aveva soprannominato “Chiappariello” dall’omonima pianta, ma che tutti chiamammo poi “il macchiettista” per la sua propensione alla teatralità che aveva un contenuto ben preciso: far pubblicità al 15° allora parente povero e sconosciuto; TV, giornali, cene informali, contatti, filmati e pubbliche relazioni.
Equipaggio: Chiappini, Di Lorenzo e Sorino, ai comandi; Pannella Ufficiale Tecnico; Catini, Auricchio ed Ippolito, tecnici del suono; Fefè Morra (il cinese con creaturo appresso) e Totonno Toscano alla scenografia marina.
Destinazione: Isola di Lampedusa, dove sulla pista giaceva “orma di piè mortale” un vetusto amore: l’HU.16…”folgorante in solio” che giaceva testimone di antiche vestigia operative nazionali SAR.
L’azzurro Pannella e l’innamorato Catini, misero in moto al primo colpo i vecchi e gloriosi motori che tornarono come “Leoni” a ruggire nella salmastra aere di quella splendida isola mediterranea; credetemi una vera emozione, quella che scuote ogni vissuto aeronautico, con foto ed articoli su stampa; una resurrezione vera e propria col perdono apostolico sull’eventuale blasfemia.
Il giorno dopo “evento Terrasini”, con passaggio di 104 bbq e dimostrazione SAR del fiammante HH3F, con foto, cronaca, interviste e premiazione con acclamazione finale in un piccolo anfiteatro della “Città del Mare”.
Uno spot veramente riuscito con le foto della troupe azzurra che invasero finalmente i corridoi dei Ministeri, calendari, diari scolastici, ecc.ecc.
Anni dopo mi sono imbattuto in un tizio che davanti alla storica foto di quel momento dove si vede l’HH che ha lanciato il soccorritore verso un naufrago, vantava una sicumera di passato aviatorio sostenendo e declamando la propria partecipazione ad importanti eventi che, guarda caso, io avevo vissuto in prima persona, patendo acqua, freddo, stress, fatica e soprattutto sentimenti che avevo condiviso con i miei compagni. Di solito il mio autocontrollo sperimentato più e più volte, si limita a suggerirmi un sorriso ed una alzata di spalle, come il “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. In quel preciso istante ho rivisto il mio abbraccio col Comandante di Stormo davanti alla gloriosa Bandiera del 15° nel mio ultimo giorno di servizio; ho rivisto il volto emozionato di Mario Sorino che mi regalava quella stessa storica foto con una dedica a due firme che dice: “non dimenticare che le tue sono anche le nostre esperienze”, firmato Di Lorenzo e Sorino…mi sono alzato ed ho detto ad alta voce indicando la foto: “Io sono questo quà…tu dov’eri?
É una testimonianza, semiseria come al solito, ma che dice tanto a chi sa ascoltare il proprio cuore.
Gli anni trascorsi al 15° sono stati una vera avventura di vita, una galoppata durata troppo poco, egoisticamente.
Ho lasciato il servizio perché avevo netta la sensazione che la mente fosse in un altro luogo mentre il mio corpo ancora voleva restare in quel posto di sacrificio, di lavoro faticoso, di rinunce ed anche di scontri incomprensibili; i momenti erano diversi perché diversi erano maturati periodi e persone; perché diversi sono i momenti e le stagioni della vita, perché prendendo atto di realtà mutevoli, non si deve mai perdere il contatto con la realtà nella quale ognuno si muove.
La stagione era finita, ma non ho fatto mai esaurire il legame con i miei compagni, quelli di quel Terrasini, quelli del terremoto irpino, quelli dei voli notturni, quelli dei recuperi in quelle fetide e ghiacciate acque, quelli delle ricerche in mare; quelli che mi hanno difeso e protetto, quelli che mi chiedevano ruoli e posizioni diversificate, quelli con i quali ho condiviso tutto, pane, amore e fantasia.
Indimenticabile Quindicesimo.
Mammajut
NdR
Quella della dedica me l’ero dimenticata, ma quando l’ho letta ho rivisto con un flash l’immagine di quella foto del calendario dell’AM nella quale si vede un aerosoccorritore che fende l’acqua con la potenza di un delfino ed ha sulla sua testa un enorme HH3F nella sua colorazione bianca e gialla dell’epoca. Sulla manifestazione alla Città del Mare di Terrasini mi permetto di aggiungere due circostanze che sono rimaste scolpite nella mia mente. La prima è relativa ad uno dei piloti del 104 che, al rientro dalla missione a Trapani, spiegava, gesticolando con le mani, le manovre effettuate ai suoi crews, mentre noi non dovevamo spiegare niente: i nostri crews erano in volo con noi. La seconda immagine è relativa alla sera della manifestazione: nell’anfiteatro citato da Totonno, con foto, premiazione ed acclamazione finale i piloti di 104 erano due, noi eravamo in nove! Questo è il 15°