SOSPETTA MENINGITE

– di Mario Sorino –

  Anni ’80, l’HH3F è ancora dipinto nei colori bianco, rosso e giallo. Splendida giornata estiva. Sono d’allarme e questa sera, terminato il servizio di 1° allarme, sono a cena a casa di amici. Ad un certo punto la tranquillità del pomeriggio è scossa dalla campanella dell’allarme. In questi casi la prima domanda è: dove? Perché dal dove si dovrà andare scatta tutta la successiva elaborazione, subito a mente e poi sulle carte, di come organizzare la missione, verificare se aggiungere carburante alle 4500 lbs standard, poi dal cosa ci viene richiesto di fare dipenderà la valutazione se servono altre attrezzature particolari a bordo, tipo barelle a cucchiaio, cesti verricellabili etc., etc..

Appena il sottufficiale ci vede arrivare in sala operativa ben conoscendo la domanda, prima che venga formulata, anticipa la risposta: Ponza.

Gli animi si rilassano. Il postale per Ponza. Ci siamo andati così tante volte che l’elicottero ormai ci va da solo. Per me Ponza è stato anche il battesimo del SAR. Ancora la ricordo quella mia prima missione con l’anziano AB204: trasporto di una partoriente con minaccia di parto podalico (ovviamente prima di quel giorno non conoscevo il significato del termine), che si presentò all’elicottero camminando con le sue gambe e si accomodò come un tranquillo passeggero. Ci si poteva persino domandare quale fosse l’imminente pericolo di vita, ma a Ponza, oltre ad un piccolo Pronto Soccorso, non c’era nulla, quindi una minaccia di parto podalico, se non si riusciva a far girare il nascituro, diventava un problema veramente serio e pericoloso per il bimbo e la mamma.

Torniamo al mio postale per Ponza, dopo la risposta al “dove?” arrivano le altre informazioni: trasporto a Latina di una ragazza con sospetta meningite. Non mi si accende nessuna lampadina di “warning”, ma poco dopo arriva il medico d’allarme, un giovane alle prime esperienze, ed incomincia a snocciolare una serie di indicazioni che mi colgono un po’ impreparato (non ricordo che a quei tempi avessimo ancora studiato e dettagliato procedure per un tale tipo di soccorso), comunque appare subito chiaro ed evidente quello che dice: c’è  il rischio di contagio, quindi bisogna adottare una serie di accorgimenti per evitarlo e comunque, al ritorno dalla missione, l’equipaggio andrà in quarantena e l’elicottero d’allarme dovrà essere bonificato!

Accidenti!

Immediatamente, con la stessa velocità con cui la mente ha elaborato i termini della missione di volo, si affacciano i pensieri: anzitutto stasera salta la cena e chissà quante ne dovranno ancora saltare per i prossimi quaranta giorni; bisogna avvisare la famiglia e consegnare in sala operativa il portafoglio ed i documenti: non so dopo quanto potremo aver contatto con i nostri cari; in aggiunta l’elicottero d’allarme è l’unico efficiente, vuol dire che al rientro della missione bisognerà sospendere il servizio di allarme SAR in attesa che l’elicottero venga ricondizionato. Mi consulto con il mio secondo, Vittorio Mulas, per i dettagli della missione. Visto quello che ci aspetta è inutile portare in volo due specialisti: ne basta uno. Almeno c’è chi si eviterà un bel po’ di rogne. Lo comunico ai due, ai quali dico: non ho preferenze fra il meccanico e l’elettrico, quindi decidete voi due chi resta e chi viene. Senza aspettare sorteggi e senza indugi uno dei due decide immediatamente di unirsi a noi: è Adanti, detto Vocione.

Prima di partire il medico ci porta alcuni strumenti del mestiere che dovremo utilizzare: camice (nel suo splendido colore bianco che lega meravigliosamente bene con il verde della tuta da volo), mascherina e guanti. Poi consegna a ciascuno di noi quattro pastiglie che dovremo usare durante il volo. Sciogliendole in bocca creano una barriera al contagio. (Purtroppo ancora non c’erano i cellulari multiuso e non avevamo l’abitudine di portare al seguito una macchia fotografica, sarebbe stato carino immortalare l’equipaggio vestito come personale da corsia ospedaliera del padiglione infettivi. Simpatico, poi, vedere i due piloti ai posti di comando così conciati. Chi non sapeva il perché avrebbe potuto pensare che il carnevale era stato spostato alla stagione estiva).

Partiamo e nel corso della missione decidiamo un’ulteriore misura per evitare il contagio (della quale ancora mi vergogno, ma che ovviamente ora fa sorridere), con una serie di lenzuola sanitarie l’HH3F viene diviso in due settori, nel secondo, quello verso la rampa, troverà posto il solo medico, mentre il resto dell’equipaggio si sistemerà nel lato cabina di pilotaggio, lasciando il povero malcapitato da solo, salvo naturalmente intervenire se sarà necessario.

All’atterraggio a Ponza l’aerosoccorritore si prodiga anche lui nel trasbordo della barella a bordo dell’elicottero, però così facendo si espone al contagio. Ora anche lui dovrà sistemarsi dall’altra parte della barriera formata dalle lenzuola………….. a far compagnia al medico!

La missione si svolge con la consueta tranquillità del tipico postale per Ponza: atterraggio a Latina, sbarco della paziente e rientro in sede a Ciampino. Durante il volo di ritorno naturalmente i due in castigo in coda vengono mantenuti in segregazione ed all’atterraggio scendono dalla rampa, mentre noi scendiamo dalla scaletta.

Non passa molto dall’atterraggio che arriva la comunicazione dall’ospedale di Latina. Non si tratta di meningite, ma di un trauma che ha provocato perdita di conoscenza e sintomi del tutto confondibili con la patologia sospetta. Ci riprendiamo i documenti, per lo scampato pericolo stappiamo una bottiglia di spumante (del quale Vocione conserverà poi il tappo per ricordo) ed io posso confermare la cena della sera, precedentemente annullata.

Unica traccia dell’accaduto quella delle pastiglie da sciogliere in bocca, a causa loro per qualche giorno la nostra “plin plin” fu rossa.

Non so se le procedure adottate furono le più indicate. Qualcuno poi disse che il giovane medico era stato troppo premuroso e zelante. Resta il fatto che qualche settimana prima o dopo, ormai sono passati troppi anni ed i particolari sfuggono, per lo stesso motivo un equipaggio si fece più di qualche giorno di quarantena a Capodichino.

P.S. Sono tante le missioni di soccorso che abbiamo svolto, alcune normali, altre assolutamente al di fuori del normale, ma per quelle che ricordo, sia volate da me, sia da altri, c’è un particolare che le accomuna tutte o quasi: non abbiamo mai più saputo niente dei pazienti trasportati. Che ne sarà stato della ragazza trasportata in quella calda giornata estiva?

I caduti di Lisle en Barrois

L’HH-3F dell’84° Centro di Brindisi impegnato in un volo di trasferimento nell’ambito di una esercitazione militare italo-francese cadde il 23 ottobre 2008 nei pressi di Lisle-En Barrois, località francese vicina al confine belga. Nell’incidente persero la vita :  Michele Cargnoni, 30 anni, di Brescia; Marco Partipilo, 29 anni, di Bari; Giovanni Sabatelli, 50 anni, di Fasano (Brindisi); Carmine Briganti, 41 anni, di Balzano (Taranto); Giuseppe Biscotti, 37 anni, di Grottaglie (Taranto); Massimiliano Tommasi, 34 anni, di Calimera (Lecce); Teodoro Baccaro, 31 anni, di San Vito dei Normanni (Brindisi); Stefano Bazzo, 32 anni di Vicenza.

Un brutto incidente; una brutta storia da dimenticare, ma che purtroppo non potrà mai essere dimenticata.

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Historia de un amor

Piccola storia semiseria di un “su e giù”
…ma anche un pò “dentro e fuori”

di Antonio Toscano

Forse un giorno, forse un anno durerà

diceva la famosa canzone, cercando di rispondere ad un interrogativo misterioso sulla durata di un rapporto; il su e giù invece, era la metafora dell’ARS che veniva sballottato con verricello su posti per lo più “borderline”, scelti magari oculatamente ma con un poco di sadismo, all’occorrenza quando faceva freddo e di notte; ecco anche spiegato il “dentro e fuori”, per cercare di far durare la tortura dello scheletro il più a lungo possibile. Credo di aver reso l’idea.

Questa storia è un percorso, uno di quei percorsi della memoria dove sono presenti un sacco di cose per lo più piacevoli che potrebbero generare in qualcuno rammarico o rimpianti, ma non è così e non è questo lo scopo; è invece un tentativo di descrivere la miscela di cose che erano presenti nell’aria, dal 1979 al 1996 al 15° Stormo. Leggi tutto “Historia de un amor”

Cerimonia di consegna della M.O.V.A. alla bandiera di guerra del 15° Stormo

Medaglia d’Oro al Valor Aeronautico
alla Bandiera di Guerra del 15° Stormo

– di ODL –

 Nel corso delle celebrazioni dell’85° anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare, svolte il 31 marzo nella splendida cornice di Piazzale Michelangelo a Firenze, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito alcune ricompense ai Reparti dell’A.M. distintisi per il proprio operato. Alla Bandiera di Guerra del 15°Stormo è stata conferita la medaglia d’oro al valore aeronautico per l’intensa e significativa attività svolta nel corso dell’Operazione Antica Babilonia in Iraq, nell’ambito delle operazioni di sostegno alle attività operative della forza di coalizione.

Questo ne è il decreto e la motivazione:

« A seguito della decisione da parte delle Autorità Politiche e Militari di dislocare in Iraq dei velivoli ad ala rotante per il sostegno delle attività operative della Forza di Coalizione, il 15º Stormo, con un complesso di n. 3 elicotteri e di circa n. 50 militari, si è rischierato sullo Aeroporto di Tallil in Iraq alle dipendenze del 6° R.O.A.. A partire dal 29 giugno 2003, data della prima missione operativa dell’HH-3F, sul territorio iracheno la cellula ha effettuato più di 3.900 sortite, di cui 2.700 operative, per un totale di oltre 4.600 ore di volo. Nei quasi quattro anni di missione, il personale di questo Stormo che in turnazione ha sostenuto tale consistente attività volativa, risulta pari al 50% dell’intero organico, evidenziando che nonostante questo gravoso impegno ha continuato ad assolvere sempre in maniera eccellente tutti i compiti d’istituto previsti in Italia, grazie al sacrificio del proprio personale che si è fatto carico della maggiore mole di lavoro derivante da una situazione di organico fortemente ridotto. Tra le molteplici missioni svolte in teatro, tra cui, 82 evacuazioni mediche (MEDEVAC), 5 evacuazioni feriti (CASEVAC), 921 ricognizioni aeree (RECCE) ecc., quelle che sono state motivo di orgoglio per tutto il Distaccamento risultano essere l’immediato intervento ed il soccorso prestato al personale Carabinieri dopo l’attentato di Nassirja del 12 novembre 2003, gli interventi in soccorso del personale ferito a terra e, in generale tutte le attività a diretto supporto e protezione delle truppe di terra, diurne e notturne ed in qualsiasi condizione meteorologica ed ambientale. Le ardimentose e valorose azioni succitate svolte e la sempre eccellente professionalità posta in essere, hanno permesso di raggiungere in ogni condizione i risultati prefissati, dando lustro e prestigio all’Aeronautica Militare ed alla Nazione intera. »

Tallil – Iraq – 29 giugno 2003



Alla solenne cerimonia hanno presenziato il Ministro della Difesa on. prof. Arturo Parisi, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale di squadra aerea Daniele Tei ed il Sindaco della città di Firenze Leonardo Domenica.

Gen. Camporini

“Signor Presidente, le decorazioni che si accinge a consegnare alle Bandiere di Guerra della 46^ Brigata Aerea, del 15° Stormo e del Reparto Mobile di Supporto, costituiscono il segno più alto e tangibile dell’impegno che l’Aeronautica Militare, in silenziosa ma solerte quotidianità, fornisce per il bene dell’Italia e della comunità internazionale. Questi altissimi riconoscimenti rappresentano la continuità tra i valori del passato e l’impegno del presente, valori di cui l’Aeronautica Militare è ricca e legittimamente orgogliosa poichè fondati e maturati sull’esempio di tutti coloro che, anche a costo della loro stessa vita, hanno onorato sino in fondo il giuramento prestato. A loro, rivolgo il nostro grato e commosso pensiero.”

Queste sono le parole conclusive del discorso rivolto al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Generale Vincenzo Camporini.

La Bandiera di Guerra, scortata dal Comandante del 15°Stormo Col.Pil. Antonello Albanese, dal Ten. Pil. Paolo Turchetto e dai M.lli Luogotenenti Claudio Milana e Massimiliano Alagna, si posiziona…


…e riceve la medaglia dal Presidente della Repubblica:

Alla cerimonia sulla Tribuna d’onore presidenziale, come richiesto dalla Associazione ed autorizzato dallo Stato Maggiore Aeronautica, hanno partecipato in rappresentanza dell’Associazione Gente del 15° il Gen. B.A. (ris.) Maurizio Conti, già Comandante del 15° Stormo, ed il Col. (ris) Leonardo Mazzucco, già Vice Comandante dello Stormo e Comandante del Centro Addestramento Equipaggi.


COSCRITTO SCELTO ALFIERE REPARTO

Seguo il suggerimento rivolto tempo fa alla nostra Redazione: quello di pubblicare sul sito l’articolo scritto qualche anno prima da Roberto De Donatis, a ricordo del servizio di Alfiere svolto  per il Cambio della Guardia al Quirinale.

Prima del trasferimento a Cervia, il 15° Stormo e la sua Bandiera di Guerra  concorrevano ad assicurare, a rotazione tra i Reparti delle F.A. definiti dal Comando Militare della Capitale, il servizio di Guardia d’Onore al Palazzo del Quirinale.

Oggi la cerimonia del Cambio della Guardia viene effettuata con modalità diverse da quelle descritte nell’articolo che ci accingiamo a pubblicare, nel senso che,  giornalmente e salvo diversamente disposto, la Cerimonia si svolge non più all’interno del Cortile d’Onore ma interamente sulla piazza del Quirinale, con lo schieramento su di essa dei Reparti interessati e con un “cerimoniale” che giorno dopo giorno riesce sempre a riempire la piazza di spettatori.

 Al nostro Alfiere  che scrisse  l’articolo, rimase impressa “ ….la nobile figura di un vecchio, dal volto scavato da rughe profonde, dall’aspetto fiero, il sorriso commosso, il quale, posto sull’attenti, salutava la Bandiera”; e questa immagine,   il nostro Alfiere volle conservare scolpita nella memoria per tutte le volte che si sarebbe trovato davanti alla sacralità del tricolore.

  COSCRITTO SCELTO ALFIERE REPARTO

[dal  NEC IN SOMNO QUIES Vol. 2 (1985-1995) pag.21]

Ricordo che la prima volta che mi fu ordinato di svolgere il Servizio di Alfiere al Gruppo Bandiera, nella cerimonia del cambio della Guardia al Palazzo del Quirinale, fui pervaso da un crogiolo di sentimenti diversi: orgoglio per la fiducia che veniva in me riposta e, nel contempo, timore per la responsabilità che avrei avuto.
La mente mi tornò alle parole di un ufficiale superiore, nostro insegnante al 96° Corso per Allievi Ufficiali di Complemento:  “La  Bandiera di Guerra di un Reparto di Volo rappresenta il simbolo più alto e significativo della storia e della vita degli uomini che per essa hanno lottato, spesso a prezzo della stessa vita”.
Nei giorni immediatamente precedenti a questo mio primo servizio di rappresentanza, mi trovai a leggere la storia del 15° Stormo e della sua Bandiera di Guerra alla quale sono state conferite tre Medaglie d’Argento nel segno del riconoscimento dello Stato alla ininterrotta attività operativa dello Stormo.
Mi fu spiegato dai due Marescialli di scorta alla Bandiera quali fossero le procedure formali e le mie competenze durante la cerimonia. Essi, sapendo che l’emozione mi avrebbe reso meno lucido, mi rassicurarono che in ogni momento della cerimonia non avrebbero mancato di suggerirmi sul da farsi: “Alzi la Bandiera”, “Abbassi la Bandiera” e perfino “Avanti march”.
Venne il giorno della cerimonia e la mia preoccupazione maggiore era se avessi avuto la marzialità necessaria durante la cerimonia.
Quando fu il momento di prendere la Bandiera, io e i due Marescialli entrammo nella stanza del Comandante: il suo sguardo fu più loquace di qualsiasi discorso.
Durante il trasferimento da Ciampino verso la Caserma Montezemolo in Roma, cercai di distrarmi osservando gli antichi ruderi romani, che costeggiavano la via Appia su entrambi i lati.
Nella Caserma, dove ci unimmo alla Compagnia Avieri che garantisce il servizio di guardia al Quirinale, la sosta fu piacevole.
Prima dell’inserimento del Gruppo Bandiera nello schieramento, i Marescialli di scorta ebbero un bel da fare affinchè io non conficcassi il puntale della Bandiera in qualche muro del vano scale, piuttosto basse rispetto alla lunghezza dell’asta.
Finalmente giungemmo al Quirinale, dove dopo una breve attesa si formò nella Dataria il raggruppamento con la Banda Musicale. Il Comandante della Guardia, il Gruppo Bandiera e la compagnia degli Avieri V.A.M..
Sicuramente fu quello il momento più emozionante della cerimonia. Lo schieramento uscì dalla Dataria, marciando tra due ali di folla di turisti e curiosi nella Piazza del Quirinale fino a scomparire, poco dopo, nell’ingresso del palazzo stesso.
La tensione che si prova in quei momenti, è dovuta a diversi fattori: la difficoltà di stare a passo con la musica della banda mentre la gente applaude, la lunga asta della Bandiera sollecitata dal vento provoca leggeri sbandamenti, il drappo della Bandiera spesso finisce sugli occhi ostruendo la visuale dell’Alfiere.

Eppure è proprio grazie alla concentrazione derivante da tali difficoltà, che si riesce a tenere il passo giusto, l’asta salda tra le mani, il lembo della Bandiera teso in modo che non vada a finire davanti agli occhi.

La guardia – 24 ore dopo – lasciò di nuovo il Quirinale e attraversò la piazza per tornare nella Dataria da dove avrebbe abbandonato il palazzo.

Fu in quel breve tragitto che mi capitò un’esperienza, che lascio in me un profondo senso di orgoglio, rinnovato ogni qualvolta ho avuto modo di svolgere questo servizio. Tra la folla, durante il passaggio della Bandiera, vidi la nobile figura di un vecchio, dal volto scavato da rughe profonde, dall’aspetto fiero, il sorriso commosso, il quale, posto sull’attenti, salutava la Bandiera.
E’ questa l’immagine che voglio conservare scolpita nella memoria ogni volta che mi troverò davanti alla sacralità del tricolore.

 Roberto DE DONATIS

Qualche anno dopo, non più Ufficiale subalterno come il nostro alfiere ma quasi alla fine della mia carriera e vita aeronautica , mi sono trovato a vivere la stessa emozione; il luogo è sempre il Quirinale, la cerimonia è sempre quella del Cambio della Guardia e sono   Assistente Militare ed Aiutante di Campo per l’Aeronautica del Presidente della Repubblica Azelio Ciampi.
Sono di servizio e già altre volte ho “presenziato” come previsto  alla  cerimonia del cambio della guardia; ma oggi c’è qualcosa di diverso. Dopo il passaggio di consegne tra il Comandante della Guardia “smontante” ed il Comandante della Guardia “montante”, il Reparto che lascerà la piazza del Quirinale ed entrerà nel Cortile d’Onore è il mio reparto, il 15° Stormo.
E la bandiera è la Bandiera di Guerra del 15° Stormo, che ho servito ed onorato per tanti anni…. Sono posizionato al centro del portone principale del palazzo, osservo la Bandiera ed i due plotoni di avieri della Compagnia d’Onore che avanzano verso di me….
Mi faccio da parte per farli passare ed osservo …la mia Bandiera che entra nel  palazzo; sono in posizione di attenti e la saluto, riconosco nei componenti della scorta i  miei vecchi compagni dell’85° Gruppo SAR ………mi tornano in mente in un solo colpo tutte le immagini della mia vita trascorsa al Reparto. La commozione prende il posto dell’emozione.

E ricordo che anche io, in quel momento, ho avuto lo stesso pensiero dell’insegnante al 96° Corso per Allievi Ufficiali ricordando il mio Reparto e quanti lo avevano condiviso con me:  “La  Bandiera di Guerra di un Reparto di Volo rappresenta il simbolo più alto e significativo della storia e della vita degli uomini che per essa hanno lottato, spesso a prezzo della stessa vita”.

Per il ricordo dei Caduti di Creola di Saccolongo

“Sciagura aerea ieri mattina a Creola, a 10 km da Padova. Un elicottero militare Agusta-Bell 204 B – appartenente al 15° Stormo di soccorso dell’Aeronautica militare di stanza a Grottaglie, in provincia di Taranto – è precipitato ed è esploso nell’impatto col suolo. I cinque membri dell’equipaggio sono  morti: capitano pilota Michele Grande. 27 anni, di Cavallino (Lecce) ; maresciallo Benito Stasi, 42 anni. di Taranto; maresciallo Alfredo Miccoli, 41 anni, di Torre Santa Susanna (Brindisi) ; sergente Francesco ‘ Santoruvo. 30 anni, di Bitonto (Bari) ; sergente Salvatore Pinto, di 21 anni, di Torre Santa Susanna (Brindisi).  Leggi tutto “Per il ricordo dei Caduti di Creola di Saccolongo”