La tradizionale cerimonia di scambio di auguri al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare.

 

Nella serata di giovedì 7 dicembre, presso l’aeroporto militare di Pisignano di Cervia, sede del 15° Stormo dell’Aereonautica Militare, ha avuto luogo una serata musicale con la esibizione della Banda cittadina del Comune di Cervia. La serata, organizzata a scopo benefico, è stata l’occasione per lo scambio dei tradizionali auguri natalizi, alla presenza di numerose autorità civili e militari.

Il Sindaco di Cervia Massimo Medri e il Presidente del Consiglio comunale Gianni Grandu hanno espresso riconoscenza e gratitudine per l’operato del 15° Stormo nelle diverse azioni umanitarie, in particolare nel periodo dell’alluvione del maggio scorso, sottolineando l’impegno e il valore profuso dal personale della base.

Al Comandante della base Colonnello Andrea Giuseppe Savina è stata consegnata una pergamena con la seguente motivazione:

 “Al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare. Per le attività di soccorso e il fondamentale contributo apportato nel maggio 2023 a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione con 332 vite salvate,93 missioni di soccorso, 153 ore di volo, 11.000 kg di viveri e materiali e 600 lt. di acqua. La presenza dell’Aeronautica fa parte del tessuto della nostra comunità e vive di un rapporto improntato sulla profonda stima e su una salda e reciproca collaborazione. Con gratitudine e riconoscenza.

Il Colonnello Savina ha molto apprezzato questo gesto ed ha ricambiato con la consegna di un quadro con una bandiera italiana

con la dicitura “15° Stormo – certificazione nr.4 – Ho l’onore di certificare che questa Bandiera Italiana simbolo di orgoglio e unità nazionale, ha volato in una missione reale di soccorso durante l’alluvione in Emilia Romagna”.

Come detto è stata anche una serata di beneficenza, con una raccolta di fondi a favore del Centro socio-occupazionale per ragazzi con disabilità “Ikebana”, con sede a Cervia, consegnati virtualmente dal Comandante del 15° Stormo al Presidente della Cooperativa Sociale “San Vitale” Romina Maresi.

Una serata che ha meritato di essere citata.

Il Sindaco di Cervia Massimo Medri ha dichiarato: “E’ stata un’ulteriore occasione per rafforzare i legami di stima, reciproca amicizia e collaborazione con il 15° stormo dell’Aeronautica Militare. Nel compimento dei 100 anni di questa importante istituzione ringraziamo tutto il personale che svolge con passione e abnegazione il proprio lavoro al servizio dell’Italia e delle persone delle nostre comunità per garantire sicurezza e soccorso”.

Mammajut

 (dai comunicati stampa del Comune di Cervia e della Cooperativa Sociale “San Vitale”)

A 2000 metri ……ma che fatica!

di Marco Mascari

“E poi arrivano quei momenti in cui capisci e tutto ti è più chiaro! È successo stanotte durante l’ennesimo soccorso, forse il più complesso della mia carriera. Sul monte Terminillo in un ghiacciaio a 2000 mt.. Il Destino sembrava remarci contro e in quel momento ho capito gli anni di fatica e addestramento che mi hanno portato a quell’appuntamento infame… ho compreso tutte quelle volte che simulavo la rottura del verricello e addestravo gli equipaggi a valutare soluzioni alternative prima di abbandonare la missione. La scorsa notte è stata una battaglia contro le avversità tecniche e climatiche. Da una parte Io e il mio equipaggio… dall’altra avversità mai conosciute o simulate. E al centro una “vita da salvare”, quella di un giovane alpinista di appena 25 anni caduto per oltre 70 mt. Una notte lunga e faticosa… che ci ha messo alla prova fino allo stremo delle forze e della resistenza fisica e mentale. Ad ora purtroppo non so se ce la farai Filippo… Ma Noi ce l’abbiamo messa tutta per darti la possibilità di vivere… Anzi stanotte abbiamo fatto cose che non pensavamo possibili… Quindi caro giovane ragazzo… Se ti abbiamo preso da quella parete strappandoti con tutta la forza da morte certa per congelamento… Altro non puoi fare che vivere!! Quantomeno per ringraziare tutte le persone coinvolte nel tuo salvataggio… a partire dagli Operatori del CNSAS che con la loro intuizione hanno capito dove potevi essere, fino al Dottore e al nostro equipaggio che ti hanno imbarellato e issato a bordo con il verricello rotto!! ❤️

Sono appena passate le 22 quando a cena con amici ricevo la chiamata della sala operativa: la “vita da salvare” è quella di un giovane alpinista romano di 25 anni disperso da questo pomeriggio sul Monte Terminillo. Penso ad una missione di ricerca in montagna dove se il disperso non viene individuato in tempo, difficilmente si salva con le temperature del momento. Le ricerche da parte del Corpo Nazionale Soccorso alpino e speleologico del Lazio (Cnsas) si sono attivate qualche ora prima della chiamata. Infatti i  genitori del giovane, senza notizie dal mattino di giovedì 7 dicembre e preoccupati per il suo mancato rientro, danno l’allarme al 112 ed immediatamente partono le ricerche con l’attivazione di diverse squadre di terra, tra cui una del CNSAS Lazio e una del soccorso alpino della Guardia di Finanza.  Durante la notte vengono altresì  acquisite ulteriori informazioni, molto importanti anzi cruciali sulla posizione dell’alpinista, grazie anche a testimoni che  lo hanno avvistato nel corso della giornata ed alla triangolazione del segnale del telefono di Filippo che circoscrive le ricerche in un ghiacciaio. Le operazioni di ricerca sono state rese ancora più efficaci con l’arrivo de nostro elicottero del Soccorso Aereo dell’Aeronautica Militare, un HH 139B dell’85° Centro SAR del 15° Stormo proveniente dall’aeroporto di Pratica di Mare.  

L’elicottero, in supporto alle squadre a terra, ha consentito l’individuazione delle tracce del disperso permettendo ai tecnici di circoscrivere ancora di più le ricerche ed avere per quanto possibile il punto più illuminato possibile dai fari dell’elicottero. Tracce comunque già battute seguendo anche la localizzazione di massima tramite cella telefonica. L’alpinista viene ritrovato in fondo a un canale ghiacciato in località Valle degli Angeli poco dopo la mezzanotte, è in pessime condizioni sanitarie. E’ caduto per circa 70 metri, oltre agli evidenti traumi è in uno ovvio stato di ipotermia grave.

Le prime difficoltà subentrano nel provare ad effettuare il rilascio del Dottore, il punto a circa 2000 mt è  difficoltoso da raggiungere, ci sono correnti di caduta che arrivano dalla parete e che tolgono potenza all’elicottero, già in grave carenza  a causa dell’aria rarefatta a quelle quote ed al peso dello stesso elicottero. Avvicinandosi alla parete piccoli pezzetti di ghiaccio si staccano a causa del flusso rotore e creano quello che in gergo si chiama “effetto WHITE OUT”, cioè la visione bianca fuori che non permette di vedere i riferimenti orientativi a terra, rischiando di mandare in disorientamento l’equipaggio che opera con i visori notturni (NVG). Per recuperare un margine di potenza adeguato e rilasciare il medico l’equipaggio decide di andare a scaricare sulla piazzola del Terminillo uno dei 2 Tecnici presi a bordo per le ricerche al fine di ridurre il peso. Tornati sul punto, ormai presa la giusta confidenza con la posizione e le condizioni di bassa visibilità, si procede al rilascio del Dottore che deciderà se il recupero del ferito potrà essere effettuato in braga oppure tramite la barella. Dopo pochi minuti il Doc valutate le condizioni del paziente decide di procedere con la barella, così viene calato tramite il verricello l’Aerosoccorritore con la barella al seguito. L’intervento del medico del Cnsas, verricellato sul ferito per prestare i primi soccorsi, è stato davvero provvidenziale!!

Mentre Ars, medico e soccorritori provvedono a “sistemare” in barella l’infortunato ed essendo stata data la comunicazione che ci vogliono almeno 20/30 min per spostare la barella in un punto più idoneo  al recupero, decidiamo di  dirigerci verso l’aeroporto di  Rieti per rifornimento carburante presso il Gruppo Elicotteri Carabinieri che ringrazio per il supporto fornito tutta la notte. Il giovane nel frattempo viene immobilizzato, riscaldato e imbragato per essere trasferito in elicottero all’ospedale di Rieti. Dopo il decollo arriviamo sul nuovo punto per il recupero, ormai le condizioni estreme sono state affrontate e abbiamo la giusta “confidenza” per poter pensare che il peggio sia passato, bisogna solo recuperare la barella e portarla velocemente in ospedale dove ci stanno già aspettando. Ma il destino ha in serbo per noi altre prove da superare. Una volta in Hovering dopo aver passato cavo guida  e verricello all’Aerosoccorritore, assicurato il gancio verricello alla barella, pronti al recupero, accade l’ennesimo imprevistosi accende la  spia “Cable Fault” che segnala il blocco del verricello e l’impossibilità quindi di poter recuperare il cavo e la barella. Come se ciò non bastasse l’equipaggio non riesce a comunicare con l’ARS tramite la radio “Policom” in dotazione. L’ARS e i soccorritori sono sdraiati sulla barella per non farla scivolare a causa della pronunciata pendenza e la neve ghiacciata. Sono posizionati a faccia in giù per proteggersi dai piccoli pezzetti di ghiaccio che si staccano dalla parete a causa del flusso e che creano tra l’altro sempre quel pericoloso effetto “white out”. Così ci ritroviamo “ancorati” alla barella tramite cavo, senza possibilità di muoverci per non strapparla via e senza la possibilità di comunicare con le squadre a terra. A quel punto l’equipaggio decide di abbassarsi un po’ di quota per provare a far capire “cosa sta accadendo” ai soccorritori a terra.

Con l’elicottero in hovering a  circa 15/20 ft, l’ARS comprende che qualcosa non va e si gira verso l’operatore di bordo che riesce a segnalargli a gesti il problema al verricello. Lo sconforto si fa più pronunciato, il tempo sembra dilatarsi, la stanchezza fisica e mentale si fa sentire….il destino ci è contro … e l’unica domanda che viene in mente in quel momento è…. perchè?

Ed è proprio lì che mi è tornata alla mente una frase di mia madre… “Ricorda che Dio manda il freddo dove ci sono le coperte”. Quella coperta per risolvere la situazione siamo noi…. ed abbiamo una vita da salvare.

Valutata orografia, pendenza, ostacoli, distanza del rotore dalla parete della montagna, decido di abbassarmi ulteriormente e di provare a poggiare il ruotino anteriore sulla parete per cercare di stabilizzare il più possibile l’elicottero scosso dai venti di caduta, ridurre per quanto possibile l’effetto “white out” ed avvicinare il portellone il più possibile alla parete in modo da consentire all’operatore al verricello di issare la barella a bordo, supportato per quanto possibile dal personale a terra. Una manovra effettuata  in addestramento utilizzando però una delle due ruote principali per effettuare eventuali avioimbarchi o aviosbarchi in zone non atterrabili. L’impossibilità di usarla ora è dovuta al fatto che la distanza tra carrello principale e parete non è sufficiente a garantire le operazioni in sicurezza, mentre avendo l’HH139 il muso particolarmente pronunciato si può, poggiando il carrello anteriore, avere un buon margine di distanza dalla parete. Incuranti delle schegge di ghiaccio, del flusso, la vicinanza di un elicottero in hovering, con sforzo fisico quasi disumano dell’operatore di bordo, dall’ARS, del dottore e dei tecnici del CNSAS a terra, aiutati forse anche dalla disperazione e dall’adrenalina di quei momenti concitati… la barella viene letteralmente issata a bordo. A quel punto i piloti riportano l’elicottero in posizione “comoda”. Il cavo del verricello viene  recuperato a bordo e si procede verso l’ospedale di Rieti, dove il giovane alpinista viene  affidato alle cure dei sanitari.

 

Con il poco carburante residuo, l’elicottero si dirige di nuovo in zona per recuperare  tramite avioimbarco l’ARS, che nel frattempo si è spostato in una area più idonea a circa 100 mt più in basso rispetto al punto del recupero. Dopo una prima ricognizione sulla nuova area di recupero ci rendiamo conto che purtroppo è ancora più nascosta nella gola anche se su un terreno meno inclinato. Viene effettuato un primo tentativo ma compresa la nuova difficoltà l’equipaggio decide di procedere con un altro  rifornimento per essere tranquilli nell’avere margine di manovra e tempo sufficiente di ricognire e valutare. Tornati sulla zona, dopo un paio di tentativi, l’equipaggio a circa 6700 ft, riesce a raggiungere l’Aerosoccorritore e, subendo sempre  l’effetto “white out”, procede all’avioimbarco. A quel punto il carburante è sufficiente per dirigere direttamente a Pratica di Mare… dove all’atterraggio è stato comune il sentimento di un abbraccio per suggellare un soccorso che non dimenticheremo facilmente.

Ora la stessa determinazione spetta a Filippo per poter vivere.”

NdR Sono un ex pilota del “soccorso aereo” ed ho prestato servizio per tanti e tanti anni presso il 15° Stormo, allora in servizio sull’aeroporto di Ciampino. Non ho mai dovuto effettuare un recupero in montagna e di notte, ma ho acquisito negli anni – anche come semplice osservatore esterno – quel bagaglio di esperienze che oggi mi portano a dire che quella notte …..non si è trattato di un intervento come altri.

E’ stato difficile raccontarlo; sarà stato ancora più difficile “farlo”.

 

Tutti i complimenti ed il nostro affettuoso ringraziamento al T.Col. Marco MASCARI, capo equipaggio, al Magg. Gianluca PAPA, co-pilota, al 1°Lgt Alessandro EGIZI, operatore di bordo e al 1° Lgt Francesco RUSSO, aerosoccorritore.

Mammajut

Segnalazione libraria: HH-3F Pelican vol. 2

In data odierna 21 novembre 2023 si ha il piacere di pubblicare il link ad una segnalazione libraria apparsa tre giorni fa sul sito ANALISI DIFESA

https://www.analisidifesa.it/2023/11/dalleditore-logisma-tre-volumi-per-celebrare-i-100-anni-dellaeronautica

Onda 15 al Museo A.M. e altro sui Pellicani – HH-3F Pelican vol. 2

Volare con l’HH-3F significa, significava portare in giro per il mondo un concentrato di storie meccaniche e avioniche impastate di ruvida intelligenza umana; vuol dire, voleva dire, sentirsi parte di un potente sistema portatore di salvezza, di sollievo, di sicurezza. E dopo lunghi anni di convivenza, ancora e di nuovo non finisco di provare stupore al grado di comprensione e di affidamento che l’equipaggio nella sua interezza e l’elicottero nella sua complessità sono, furono, in grado di creare, direi di concedersi a vicenda come un grande regalo meritato.

“Storie, missioni e aneddoti attorno a Onda 15, l’esemplare di HH-3F che oggi si può vedere al Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, sul Lago di Bracciano, per raccontare di una macchina fondamentale del Soccorso Aereo italiano.”

Autore: Giacomo De Ponti
Titolo: ONDA 15 AL MUSEO A.M. E ALTRO SUI PELLICANI
HH-3F Pelican vol. 2

Analaga segnalazione è apparsa su The Aviation. net sul link :

https://www.theaviation.net/2023/11/13/logisma-le-ultime-novit%C3%A0-in-ambito-aeronautico/

All’autore Gen. D.A. (r) Giacomo De Ponti vanno i complimenti ed il ringraziamento della “Gente del 15°”

Mammajut

 

Soccorso aereo: elicottero dell’85° Centro SAR del 15° Stormo, trasporta anziano in pericolo di vita bloccato sull’isola di Ponza

L’intervento, effettuato  da un HH139-B dell’85° Centro SAR di Pratica di Mare, si è concluso nelle primissime ore del mattino di giovedì 16 novembre con il trasporto di un anziano colpito da infarto da Ponza a Latina.


La richiesta di soccorso era giunta intorno all’1:30 di notte dalla
Prefettura di Latina al Rescue Coordination Centre (RCC) del Comando Operazioni Aerospaziali (COA) di Poggio Renatico (FE).  Le condizioni metereologiche non  avevano   consentito il previsto imbarco dell’equipe medica dell’Ospedale Santa Maria Goretti direttamente sull’aeroporto di Latina, sede dell’ospedale di destinazione. Il personale sanitario pertanto ha dapprima raggiunto in ambulanza l’aeroporto di Pratica di Mare da dove, a bordo dell’HH139-B, insieme all’equipaggio dell’Aeronautica, è decollato alla volta dell’isola pontina.
Giunti su Ponza e imbarcato l’anziano signore in pericolo di vita, trasportato sul posto in ambulanza, l’elicottero è ripartito alla volta  dell’ aeroporto di Latina, dove è finalmente avvenuto lo sbarco del paziente assistito dal personale sanitario. La missione aerea si è conclusa intorno alle 4:30 del mattino di giovedì con il rientro dell’elicottero  a Pratica di Mare; l’ennesimo intervento del 15° Stormo a favore dei cittadini.

Recuperata escursionista bloccata sul Monte Miletto.

di Palma Convertini

L’intervento di recupero della donna ferita è stato effettuato con un elicottero dell’85° Centro SAR di Pratica di Mare.

La richiesta di intervento dell’Aeronautica Militare è giunta dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) Molise poco dopo la mezzanotte di ieri. La ragazza infatti, rimasta ferita in una zona particolarmente impervia del massiccio matese, è stata raggiunta dapprima da una squadra del CNSAS ma, a causa della natura del terreno e delle condizioni critiche della donna, si è reso necessario il recupero tramite l’impiego di un verricello.

L’intervento da parte dell’85° Centro SAR, il cui elicottero è decollato poco dopo le due del mattino da Pratica di Mare ed è giunto sul luogo di recupero dopo circa cinquanta minuti, si è subito rivelato complesso a causa delle forti raffiche di vento, rendendo le operazioni di recupero particolarmente lunghe e articolate, con necessità di allontanarsi per fare rifornimento presso l’aeroporto di Capodichino e poter così continuare la missione di volo.

Con il contributo del personale del soccorso alpino, una volta spostata la donna, politraumatizzata, in una posizione del Monte più idonea al recupero con l’elicottero, è stato finalmente possibile assicurare la paziente, tramite una speciale barella aviostrasportabile, insieme ad uno dei tecnici del CNSAS, al verricello calato dall’equipaggio in volo.

Una volta a bordo, intorno alle 7:00 del mattino, l’elicottero si è diretto presso la Base Aerea Protezione Civile Molise, a Campochiaro (CB), dove un’ambulanza ed il personale medico del 118 ha trasportato la paziente in ospedale. A questo punto l’HH-139B, dopo un secondo rifornimento a Capodichino, ha potuto fare rientro a Pratica di Mare e riprendere la prontezza operativa a supporto della collettività.”

Mammajut

 

Il fischio non esce. L’emozione è stata troppo grande!

di Francesco “Ciccio” Sgrenci

È Il 23 ottobre del 2023 e per noi “Gente del 15°” è una ricorrenza poco piacevole, non c’è bisogno di rammentarlo perché la tragedia del 23 ottobre di quindici anni fa è ancora viva nella memoria di tutti noi anziani, che l’abbiamo vissuta direttamente, ed anche in quella dei più giovani. Si anche per loro, perché a loro è stata tramandata attraverso la nostra memoria, insieme ad altre dello Stormo. Come facevano una volta  gli anziani del villaggio, che attraverso i racconti tramandavano il passato, per far vivere ai giovani ed ai bambini che li ascoltavano il loro vissuto. E così oltre a tramandare le loro esperienze, che altrimenti sarebbero andate perse e dimenticate, alimentavano la speranza che le generazioni future seguissero i loro esempi.

Dimenticare………. la cosa più brutta che possa accadere…. ma questo a noi “Gente del 15°” non accadrà mai.

Ed è per questo che come anziano, anzi  consentitemi come “diversamente giovane”, quando mi si è prospettata, in qualità di membro della Associazione, la possibilità di partecipare alla commemorazione dei nostri Angeli caduti in quel tragico incidente a Lisle-en-Barrois, non me la sono fatta sfuggire.

La giornata è stata ricca. È cominciata con una piacevole sveglia prima dell’alba, perché il KC 767 del 14° Stormo di base a Pratica di Mare, messo a disposizione dall’Aeronautica Militare ci aspettava per portarci a Lorraine, in Francia.

Sbrigate le procedure di imbarco, con a capo il Comandante di Stormo, Col. Andrea Savina, ed una delegazione della AG15 con il Presidente f.f. Gen. B.A. r Bruno Romanini e soci ed aerosoccorritori arrivati da Cervia, siamo decollati alle 08.00 alla volta di Brindisi. Dopo un’ora di volo siamo atterrati per imbarcare i parenti di Carmine, Giovanni, Giuseppe, Marco, Massimiliano, Michele, Stefano e Teodoro, i nostri “Angeli del SAR”,  e colleghi dell’84° Centro con a capo il suo Comandante il T.Col. Francesco Pastore.

 

Fra gli ex dell’84° non potevano mancare Ciro Connola, che durante tutto il viaggio di andata e ritorno ci ha “deliziato” con i suoi racconti e ricordi, ed il generosissimo Crescenzo Depalo, che si è presentato a bordo con un cabaret di “pasticciotti” pugliesi molto graditi ed apprezzati da tutti, equipaggio compreso.

Incontrare per la prima volta mamme, papà, fratelli, sorelle, mogli e figli dei nostri Angeli, con quei volti nei quali le lacrime hanno ceduto il posto alla fierezza ed alla serenità, è stata per me una grandissima emozione che a stento sono riuscito a contenere.

Decollati da Brindisi atterriamo a Lorraine dopo  due ore di volo. Ci attendono due gentili signore che ci fanno salire su due pullman per portarci  a Lisle-en-Barrois, dove arriviamo dopo circa altre due ore, ma allietate da un paesaggio di una campagna molto bella, con dei colori autunnali  bellissimi.

Dopo pioggia incessante, incontriamo la Console Generale d’Italia Antonella Fontana e dal nulla vediamo materializzarsi una rappresentanza di circa venti, ma forse di più persone, alcune in uniforme dell’Armée de l’Air ed una numerosa rappresentanza di Associazioni Combattentistiche, con le loro bandiere distintive, capeggiate dall’immancabile Bernard Borghini e sua moglie Mari Jo, persone meravigliose che ci  hanno salutato e voluto, nonostante la pioggia, abbracciare una a una.

Il labaro della nostra Associazione, portato da Roma e custodito gelosamente da Modesto Accardo, viene montato in tutta fretta da Mimmo Guerra e da Francesco Santamaria, che poi lo terrà fieramente e si schiererà in mezzo a quelli delle Associazioni francesi.

La cerimonia, ha inizio con la consegna, da parte del Gen. Romanini, di due pergamene della Preghiera dell’aviatore, tradotta in francese, consegnate a Bernard ed al Parroco di Vaubecourt. Dopo le deposizione dei cuscini, portati dalle  varie associazioni combattentistiche e della nostra corona, portata da Ciro, il nostro trombettista intona il Silenzio, cui fa seguito la solenne benedizione del monumento da parte del cappellano militare del 15° Don Marco. Al termine il  Parroco di Vaubecourt recita la nostra Preghiera dell’aviatore in francese e quindi il Comandante dell’84° in italiano.

Per finire viene suonato l’Inno italiano, cantato da tutti i noi, cui fa seguito la Marsigliese. L’emozione sui volti di tutti è toccante, potranno passare altri quindici, trent’anni ma sono certo che l’emozione sarà sempre la stessa. Mentre tutti si stanno sparpagliando, chi a ripararsi dalla pioggia chi per dare un saluto solenne alla stele, da dietro il gruppo il Comandante dell’84° a gran voce lancia il grido:

“Per i nostri Angeli MAMMAJUT”

Cui segue, anche da parte nostra a gran voce,:

AIUT

MAMMAJUT

AIUT

MAMMAJUT

AIUT AIUT AIUT

A me, che sono solito chiudere con il Fiù, firifiùùù di Totonno Toscano memoria, il fischio non esce. L’emozione è stata troppo grande!

Nonostante la pioggia mi reco sul luogo poco distante dal monumento e poco distante da dove è avvenuto l’impatto al suolo di Onda 10 con i suoi otto Angeli, per dare un saluto alla croce. Ed intanto penso che, sarà sicuramente stato un caso, una fatalità, ma durante la cerimonia, non poco lontano, ho visto un elicottero in volo.

Per via delle non buone condimeteo si decide di concludere anzitempo le celebrazioni e ci si reca presso i locali del comune, dove è stato allestito un rinfresco, per consegnare ufficialmente a Bernard il crest dello Stormo, da parte del Comandante del 15° e, da parte del Gen. Romanini, il libro “Onda 15 al Museo A.M. e altro sui Pellicani” oltre al kit del radunista predisposto per il raduno dello scorso 7 ottobre a Vigna di Valle.

Ci si congeda e si prende la via dell’aeroporto per il rientro. Durante il viaggio in pullman, chiedo se qualcuno avesse notato l’elicottero passare nei pressi del luogo del monumento. Si anche altri lo hanno visto…bello pensare che non fosse un caso…chissà…

Arrivati in aeroporto ed effettuati i controlli di sicurezza veniamo accolti con grande professionalità e cordialità da tutto l’equipaggio del KC767. Ci imbarchiamo, ci sistemiamo ai posti assegnati e si decolla alla volta di Brindisi. Una volta in volo e con l’aiuto del Comandante dell’84° Centro, viene  consegnato ad ogni famiglia lo stesso kit donato a Bernard.

Si giunge in tarda serata a Brindisi per il primo scalo ed ancora più tardi a Pratica di Mare dove il volo si conclude. Inutile sottolineare la grande commozione del momento dei saluti, sia con chi è sceso a Brindisi, sia con chi ci lascia a Pratica di Mare. Una giornata intensissima per la durata, ma principalmente per le forti emozioni che tutti abbiamo vissuto e sentitamente condiviso.

Porterò per sempre con me il ricordo di quelle mamme, di quei papà, di sorelle, fratelli, mogli e figli, ed il ricordo dei loro volti, della loro compostezza, della loro fierezza d’animo. Messaggio che hanno trasmesso a tutti noi, ma che sono una grande testimonianza da sottolineare e tramandare in seno all’Aeronautica Militare.

Mammajut

 

15° ANNIVERSARIO DI COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DI LISLE EN BARROIS – FRANCIA

(Comunicato Stampa del 15° Stormo)

La cerimonia ha ricordato gli otto militari del 15° Stormo caduti il 23 ottobre 2008.

“Lunedì 23 ottobre, presso il monumento sito in località Lisle en Barrois (FRANCIA), si è svolta la cerimonia di commemorazione degli otto aviatori, appartenenti al 15° Stormo, che il 23 ottobre del 2008 hanno perso la loro vita in un triste incidente aereo a bordo dell’elicottero “HH3F” ONDA 10, precipitato in un campo durante una missione addestrativa fuori sede.

A distanza di 15 anni il personale del 15° Stormo e le famiglie dei caduti si sono recati sul luogo dell’incidente per commemorare il Cap. Pil. Stefano BAZZO, il Cap. Pil. Michele CARGNONI, il Ten. Pil. Marco PARTIPILO, il 1° M.llo Carmine BRIGANTI, il 1° M.llo Giovanni SABATELLI, il M.llo 1^ Classe Teodoro BACCARO, il M.llo 1^ Classe Giuseppe BISCOTTI, il M.llo 1^ Classe Massimiliano TOMMASI tragicamente scomparsi nell’incidente.

La cerimonia, officiata da Don Marco Galanti unitamente al parroco della chiesa di Vaubercourt – Dom Bernard Patè, si è svolta nei pressi del monumento dedicato agli “Angeli del SAR” alla presenza del Colonnello Pilota Andrea Giuseppe SAVINA, Comandante il 15° Stormo di Cervia, della Console Generale d’Italia – Metz dott.ssa Antonella FONTANA, una rappresentanza del personale della 113^ Base Aerea Francese, autorità locali, Associazioni Combattentistiche e d’Arma Francesi, una delegazione dell’Associazione Gente del Quindicesimo, dei familiari dei caduti e di una rappresentanza del 15° Stormo.

Il momento di raccoglimento si è aperto con la deposizione di una corona d’alloro e numerosi omaggi floreali deposti sia dalla Console che dalle autorità locali presenti, prima dell’esecuzione del silenzio suonato da un trombettiere dell’Aeronautica Militare.

 

Il ritrovarsi nella località dell’incidente è stato un fare memoria dei colleghi caduti nell’adempimento del dovere. Un fare memoria che rinnova il dolore mai spento ma che dona anche la forza a proseguire nelle singole vocazioni e nel servizio alla pace, al bene, alla ricerca e al soccorso, specifiche caratteristiche del 15° Stormo.”

 Mammajut

IL 15° STORMO PREMIATO CON LA “TARGA DI BENEMERENZA ICARO”

(Comunicato Stampa)

Il 15° Stormo dell’Aeronautica Militare ritira l’ambito premio durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023/2024

Giovedì 19 ottobre 2023, presso il l’Accademia Aeronautica” di Pozzuoli, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 degli Istituti di Formazione dell’Aeronautica Militare è stata conferita al 15° Stormo la “Targa di Benemerenza ICARO”.

Essa vuol rappresentare un pubblico tangibile segno di riconoscimento a quel militare di qualsiasi arma, grado e ruolo, che si è distinto per eccezionali capacità professionali o per spirito di sacrificio o elevatissimo senso del dovere o ammirevole senso di solidarietà umana, dimostrati durante l’espletamento del servizio e che abbia contribuito all’affermazione dell’onore e del prestigio delle Forze Armate, ovvero a quel Reparto militare quando sono state più volte riscontate le predette qualità tra i suoi appartenenti.

Per il quadriennio 2018 – 2021 il premio è stato consegnato dal Presidente emerito dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia (ANRP) Prof. Enzo Orlanducci al Colonnello Pilota Andrea Giuseppe Savina, Comandante del 15° Stormo, con la seguente motivazione:

Il 15° Stormo dell’Aeronautica Militare opera quotidianamente su tutto il territorio nazionale garantendo, in sinergia con i suoi Centri dipendenti, la ricerca e il soccorso nazionale, l’attività antincendi boschivi e concorrendo alla difesa aerea nazionale – Slow Mover Interceptor. Particolare rilevanza ha assunto, nel quadriennio 2018-2021 l’opera svolta dal dipendente 84° Centro SAR di Gioia del Colle nel settore della ricerca e soccorso. Tra i numerosi interventi effettuati sul territorio nazionale, almeno in quattro occasioni l’eccezionalità delle attività svolte ha coinvolto direttamente l’opinione pubblica, suscitando sensi di incondizionata ammirazione e gratitudine nei confronti dell’Arma Azzurra, rafforzando sempre più il legame tra l’Aeronautica Militare e la popolazione civile”.

Mammajut

 

 

 

 

 

 

A LISLE EN BARROIS 15 ANNI DOPO.

di Mario Sorino

15 anni fa, il 22 ottobre 2008, a Lisle en Barrois, in Francia, perdevano la vita i nostri Angeli del SAR a bordo di un HH3F. Onorandoli riprendiamo dal sito dell’ONFA quanto Maddalena, vedova di uno dei Caduti, ha voluto indirizzare al Generale Magro.

“Non sono scomparsi, sono solo invisibili…

Marco Partipilo, Michele Cargnoni, Stefano Bazzo, Giovanni Sabatelli, Carmine Briganti, Giuseppe Biscotti, Massimiliano Tommasi, Teodoro Baccaro: 15 anni fa qualcuno ha chiamato “Angeli del S.A.R. “ questi uomini.
Da allora madri e padri, mogli e fidanzate, figlie e figli, fratelli, sorelle, amici, hanno custodito nel cuore la loro presenza, forse legata all’ultima immagine serbata , forse al momento più bello condiviso… Ciascuno ha vissuto il suo dolore privato, troppo grande da raccontare, troppo forte da vivere. Per lungo tempo i nostri amati sono rimasti muti, serrati nel petto, come a volerne preservare l’esistenza oltre la perdita e il lutto.
Da subito abbiamo avvertito un senso di smarrimento profondo, come se la notte li avesse ingoiati.
Abbiamo vissuto il tempo come nemico: tempo trascorso a riflettere increduli, tempo a ricordare, tempo a pregare, tempo nutrito da desiderio di poterli un giorno incontrare.
Ognuno ha vissuto il “suo tempo”, trovando modo e occasione per narrare l’accaduto, per dire di loro, affinché “non morissero”.
Sono certa che se oggi Peppe potesse parlare, direbbe di pensarlo presente “nella stanza accanto”.
Mi direbbe di continuare ad amare Luciano e Silvia come facevamo insieme. Ancora, direbbe di nutrire sentimenti di bontà per genitori, colleghi, amici.
L’esistenza dei nostri “Angeli” è forte, la morte non li ha separati da noi: “Non sono scomparsi, sono solo invisibili” ci ha insegnato Sant’Agostino.
Così ci ostiniamo a pensarli, ad amarli, a rispettarli, a cercarli, ciascuno a suo modo.
Il tempo, il nemico odiato all’inizio, ha trasformato la rabbia in speranza, il ricordo in presenza.
Il dolore resta confinato nell’angolo più silenzioso del cuore, il luogo in cui possiamo incontrare i nostri cari ogni volta che ne abbiamo bisogno.
E la morte?
È certamente l’evento più brutto al quale non possiamo sottrarci, ma è anche occasione per rendere la vita testimonianza dell’ Amore che non si consuma nel dolore.
Il sentimento resiste ed esiste oltre l’assenza, oltre lo smarrimento.
Così ritroviamo i nostri amati nelle azioni di ogni giorno.
Sono loro a renderci piano piano migliori, a trasformare il buio in spiragli di luce.
< L’ultimo sguardo custodito, il più bel ricordo serbato, non saranno mai cancellati nel cuore di chi ha scoperto la tenerezza di un Amore purificato da affanni e rinunce.
Una carezza giunga sul viso di ciascuno dei familiari, uno ad uno.
È la carezza che  Marco, Michele, Stefano, Giovanni, Carmine, Giuseppe, Massimiliano, Teodoro, riservano a chi li ama con cuore devoto e sincero. Che possano restituire pace ai nostri giorni, riflettendo con la loro presenza

l’ Amore del Signore per noi.

 Mammajut

 

 

Messa in suffragio per l’8° Anniversario della scomparsa di Gino Fischione.

di Luigi Ricciardi

Come ogni anno, ieri 20 ottobre alle 15:30, nella chiesa parrocchiale di Santa Giusta in Sassa (L’Aquila) si è tenuta una messa di suffragio per l’ottavo anniversario della scomparsa del nostro caro amico Gino Fischione in un incidente aereo. Nell’incidente perse la vita anche un altro pilota che aveva militato nel 15° Stormo: Paolo Caruso.

Come ogni anno, anche l’Associazione Gente del Quindicesimo, con il labaro ed alcuni soci ha partecipato alla commemorazione eucaristica. Nella funzione il parroco ha ricordato la figura di Gino che, sebbene ci abbia lasciato da otto anni, è rimasto sempre vivo nei cuori di parenti e dei tanti amici, grazie alle sue doti di umiltà, generosità ed amore verso il prossimo.

La vedova Uliana, a nome di tutti i parenti, ha ringraziato il Presidente ed i soci dell’Associazione Gente del Quindicesimo per la costante presenza alla celebrazione che risulta essere una chiara testimonianza d’affetto ed un momento per ricordare un caro collega con cui hanno condiviso memorabili eventi ed operazioni di Soccorso Aereo.

Mammajut, Mammajut, Mammajut.