Un amore infinito.

di Giorgio Stawowczyk

“Un tempo di orgoglio, un giorno di gioia e di ricordi. Ho letto tante parole che rendono questo momento solenne. Ali in un cielo azzurro che mostrano i colori della nostra Bandiera. Aviatori che si avvolgono nella speranza, nella purezza e nell’amore per la Patria. Sì, uomini che celebrano i meravigliosi cento anni dell’Aeronautica Militare, ma anche aviatori con la stessa passione di superare il verde dei prati, il bianco delle nevi e onorare con il loro coraggio il rosso del sangue versato dai propri caduti. Oggi è la festa che unisce tutti loro, anni passati ad udir il rombo di quattro, sei, otto, diciotto e più roventi cilindri, sino al fragoroso ed eccitante boato di un turboreattore. Tutti, si proprio tutti, pensate alla vostra emozionante vita condivisa con colleghi, amici, tutti ormai fratelli perché uniti dalla passione e dal desiderio di ritrovare il vento sulle ali. Guardare ancora dall’alto la nostra terra, non con gesti di vanità, ma come sempre con rispetto per chi non ha avuto questo privilegio. Aviatori, si tutti Aviatori, amo la mia Aeronautica Militare, amo i miei fratelli piloti, i tecnici di tutte le specialità e tutti, sì proprio tutti coloro che hanno sorriso con me tornando a casa. Un affettuoso abbraccio Giorgio”

La redazione è ben lieta di pubblicare quel che il nostro socio, amico e collega, aveva scritto per festeggiare il 28 marzo nell’anno del centenario.

Mammajut

TRASPORTO SANITARIO D’URGENZA DALL’ISOLA DI PONZA.

(fonte 5° Reparto SMA)

Mammajut

In salvo un uomo di 38 anni colpito da malore su un peschereccio a largo di Trapani

 

E’ l’ennesimo intervento per  il recupero da nave o da imbarcazione ed il trasporto urgente in ospedale di persone in imminente pericolo di vita. Il 30 gennaio con un elicottero HH139 A dell’82° Centro SAR di Trapani è stato effettuato il salvataggio di un uomo di 38 anni colto da malore a bordo di un peschereccio al largo di Trapani. Decollato nel primo pomeriggio dall’aeroporto di Trapani, l’HH139-A ha raggiunto l’imbarcazione; per mezzo del verricello l’aerosoccorritore ha recuperato il paziente con la procedura cosiddetta “a doppia braga”.

Terminate le procedure di recupero, l’elicottero si è diretto, con l’ammalato a bordo, verso l’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, consegnando alle 16.45 il paziente alle cure specifiche del personale sanitario ospedaliero.

L’elicottero è quindi rientrato presso la base aerea di Trapani, dove è atterrato alle ore 17.00, riprendendo la regolare prontezza SAR Nazionale.
La richiesta di soccorso era stata attivata dalla Sala Operativa del Rescue Coordination Center (RCC) del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico (FE) su richiesta del MRSC (Maritime Rescue Sub Centre) della Capitaneria di Porto di Palermo.

Si tratta del secondo intervento di soccorso aereo in pochi giorni per l’82° Centro SAR, impegnato con successo anche nel recupero di un altro paziente su nave mercantile portacontainer.

Ben fatto e ….mammajut

Il “Nec in somno quies” è ancora disponibile

Con la spedizione dei volumi a coloro che a suo tempo ne avevano fatto richiesta si è conclusa la fase di distribuzione dell’ultima edizione del volume periodico “Nec in somno quies”, sviluppato congiuntamente dal 15° Stormo e dall’Associazione “Gente del 15°”. Giunto alla sua 5° edizione e similmente alle 4 edizioni precedenti che coprono il periodo 1965 – 2015, il “Nec in somno quies” è il condensato di episodi e di esperienze che hanno segnato la vita dello Stormo e dei suoi uomini e delle sue donne negli ultimi otto anni. Otto anni e non dieci come è la periodicità consueta della collana dei NISQ, perché la pubblicazione del “NISQ 5” è stata fortemente voluta in anticipo rispetto alla sua data prevista, che sarebbe stata il 2025, per festeggiare i 100 anni della nostra Aeronautica, avendo nell’occasione il privilegio di ottenere dall’A.M. l’autorizzazione ad apporre in copertina il logo del 100ario della F.A.

Nell’anticipare la prossima realizzazione di un “cofanetto” che possa contenere e raccogliere i cinque volumi del “Nec in Somno Quies” fino ad oggi pubblicati, acquisibile sia come cofanetto a sé stante che insieme ai cinque volumi, comunichiamo che il 5° volume è ancora disponibile e può essere richiesto da parte dei soci e del personale del 15° Stormo, in servizio e non al Reparto.

Le richieste potranno essere indirizzate via email alla Segreteria@gentedelquindicesimo.it, specificando il numero di copie desiderate e l’indirizzo dove effettuare la spedizione; per il personale in servizio – ovviamente – potrà essere previsto in alternativa il ritiro presso le sedi del 15° Stormo e dei suoi Gruppo/Centri dipendenti. A conferma della richiesta dovrà essere effettuato un versamento di 20 euro (più 5 euro per l’eventuale spedizione), con bonifico bancario all’Associazione “Gente del 15°” all’IBAN IT49P0832722000000000003309.

Clicca sul link sottostante per vedere un estratto del volume “Nec In Somno Quies “ n. 5.

Estratto NISQ 5 in pdf

Mammajut

GLI AEROSOCCORRITORI DEL 15° STORMO SI BREVETTANO OPERATORI SUBACQUEI

 di  Paolo Paladini

 Due aerosoccorritori dell’83° Gruppo S.A.R. di Cervia hanno frequentato il corso di Operatore Subacqueo.

Si è concluso ieri, 17 gennaio 2024, l’iter di formazione per il conseguimento del brevetto di Operatore Subacqueo a favore di un gruppo di 10 frequentatori appartenenti a diverse FF.AA. e Corpi dello Stato. Il corso svoltosi presso i reparti di Forze Speciali (Comando Subacquei ed Incursori – Comsubin) della Marina Militare, della durata di circa quattro mesi, ha visto protagonisti anche due Aerosoccorritori dell’Aeronautica Militare, dell’83° Gruppo Volo del 15° Stormo di Cervia.

Il brevetto di Operatore Subacqueo viene conseguito dai soccorritori appartenenti agli equipaggi di volo destinati ad operare nel settore del soccorso aereo al fine di incrementare l’efficacia di intervento, nonché di buona riuscita delle operazioni, anche in contesti ambientali estremi. Questa capacità fa parte di un ampio corollario di competenze tecniche atte a garantire ai nostri Aerosoccorritori un’elevata capacità di sopravvivenza, anche in contesti di alto rischio ambientale; si rivela infatti di vitale importanza per i nostri equipaggi qualora fossero chiamati ad intervenire in soccorso alla popolazione in contesti marittimi o lagunari e talvolta in caso di alluvione. L’erogazione di questo specifico tipo di addestramento, indirizzato al personale navigante e soccorritore del 15° Stormo, è devoluta all’ 81° C.A.E. (Centro Addestramento Equipaggi), anch’esso stabilito sul sedime aeroportuale di Pisignano di Cervia. L’81° C.A.E. rappresenta un Centro di riconosciuta eccellenza nel formare e standardizzare le donne e gli uomini dell’Aeronautica Militare nell’impiego del mezzo aereo per le operazioni di soccorso. L’elevato grado di addestramento degli equipaggi del 15° Stormo, unitamente all’ausilio dei sistemi tecnologici a bordo degli elicotteri HH139, costituiscono il mix imprescindibile che permette all’Aeronautica Militare di partecipare, sempre più spesso con responsabilità di coordinamento, alle numerose attività di ricerca e soccorso su tutto il territorio nazionale, grazie alla presenza dei Centri S.A.R. (Search And Rescue – Ricerca e Soccorso) dislocati su tutta la penisola. Un esempio tangibile di tale capacità operativa è testimoniato dalle 332 Vite umane soccorse, nelle oltre 153 ore di volo (in un complessivo di 93 interventi), svoltesi durante l’alluvione in Emilia Romagna del maggio 2023.

Il 15° Stormo ha il compito di assicurare il servizio di Ricerca e Soccorso (Search and Rescue – S.A.R.) per il recupero degli equipaggi di aeromobili militari incidentati, attraverso operazioni autonome o in concorso con altri assetti terrestri, aerei o navali. Concorre alle operazioni di soccorso per la salvaguardia della vita umana e della popolazione civile, in caso di calamità o disastri naturali, alle operazioni di Anti incendio boschivo (AIB) cooperando con la Protezione Civile e altre organizzazioni dello Stato. Integra il dispositivo di Difesa Aerea Nazionale attraverso operazioni di contrasto alla minaccia proveniente da aeromobili a basse e bassissime prestazioni (Slow Movers Interception – S.M.I.) e di supporto alla sicurezza di aree e obiettivi sensibili in occasione di grandi eventi pubblici. Provvede all’addestramento e alla qualificazione di piloti ed equipaggi di volo destinati a unità di volo con compiti di soccorso, nonché all’addestramento basico e avanzato alla sopravvivenza in ambiente marittimo e montano. Del 15° Stormo fanno parte, sullo stesso sedime di Cervia, l’83° Gruppo S.A.R. e l’81° Centro Addestramento Equipaggi (C.A.E.). Dovendo garantire la Ricerca e il Soccorso su tutto il territorio nazionale, il Reparto ha poi alle proprie dipendenze l’80° Centro S.A.R. (Decimomannu), l’82° Centro S.A.R. (Trapani), l’84° Centro S.A.R. (Gioia del Colle) e l’85° Centro S.A.R. (Pratica di Mare). Il 15° Stormo, equipaggiato con elicotteri HH-139 nelle versioni A e B, lavora in prontezza 24 ore su 24, su tutto il territorio nazionale, 365 giorni l’anno, attraverso i Centri S.A.R. dipendenti.

Dalla sua costituzione ad oggi, gli equipaggi del 15° Stormo hanno salvato oltre 7800 persone in pericolo di vita.

Nella foto: personale AM – terzo a partire da sinistra, il Comandante dell’81° CAE , Magg. Pilota Alfredo Pellegrino; proseguendo a destra i due neo brevettati Aerosoccorritori del 83° G.V.; con loro sul posto tre istruttori Aerosoccorritori del 81° CAE.

L’Associazione “Gente del 15°” saluta questa notizia con un vigoroso “mammajut”.

 

 

 

Tratti in salvo due escursionisti bloccati sulla Maiella.

di Marco Mascari

Nella notte del 21 dicembre un elicottero HH-139B dell’85° Centro SAR del 15° Stormo ha effettuato e portato a termine una missione di soccorso  per la ricerca ed il recupero di un uomo e una donna bloccati ad alta quota sulla Maiella.

“Esecutivo alle ore 20.36. Due persone da recuperare dalla Maiella a 2.500 mt di quota. Sono in grave ipotermia. Già un elicottero non nostro è stato inviato e non è riuscito a recuperarle per la forte turbolenza e la bassa visibilità. Le squadre a terra sono a più di 2 ore”.

“Con la chiamata l’operatore in servizio presso la nostra Sala Operativa distrugge la mia idea di serata relax del 21 Dicembre di questo fine 2023. Mentre mi preparo penso… ci risiamo, 2500 m… brutto tempo… le Squadre hanno una tempistica che mi fa pensare di portare a bordo un secondo ARS.

La Maiella ha diversi punti atterrabili e a quelle quote con quella forte turbolenza annunciata forse il piano migliore potrebbe essere quello di rilasciare gli Aerosoccorritori in un punto e mandarli a recuperare i 2 alpinisti. Nel frattempo faccio fare queste valutazioni anche all’ARS di allarme… Anche lui, valutato lo scenario, preferisce andare in coppia. In poco tempo arriviamo all’elicottero siamo tutti compreso il secondo Ars. Ci sono giusto alcuni dubbi da investigare su peso… potenza… tecnica migliore di intervento, compresi anche i forti dubbi espressi dal nostro ente di Coordinamento Rescue nell’autorizzare questa scelta.

 

Per non perdere prezioso tempo alla fine decidiamo di mantenere la configurazione standard con un solo Ars e decollare. Già dall’inizio capiamo che la nottata sarà complicata.

Da Velletri abbiamo una copertura totale e densa a circa 4.000ft, considerando che le persone sono bloccate a oltre 7500 ft, abbiamo già il primo grosso ostacolo da superare. La fortuna ci assiste, nella zona di Subiaco un grande buco nelle nubi ci mostra il cielo limpido sopra di noi. Lo strato è di circa 2000 ft ma sopra sembra pulito. Decidiamo di spiralare in salita per andare a vedere come si presenta la situazione in quota. Chiamiamo gli enti del controllo e iniziamo a salire.

A 7500 siamo sopra un manto denso di nubi. Con i visori notturni quelle nubi dense sembrano panna montata e ci dà una piacevole sensazione in una notte tutt’altro che serena. A quella quota la visibilità è ottima e riusciamo a vedere a molte miglia la Maiella che sbuca da sopra le nubi. Arriviamo in zona, abbiamo le coordinate  degli scalatori.

Una coppia di coniugi di 69 e 48 anni, sono ormai bloccati da oltre 6 ore al gelo… Con vento di 30nodi e raffiche di oltre 50.

In rotta chiediamo il numero telefonico dei dispersi. E l’Ars inizia a comunicare con loro. Chiede le loro condizioni fisiche, una sommaria  descrizione dell’area… del vento… . Li tiene impegnati dicendogli fondamentalmente che stiamo arrivando. Una volta in zona gli chiediamo di accendere la torcia del telefonino. Con i visori notturni li individuiamo immediatamente.

Faccio un primo giro di ricognizione. Il punto dove si sono fermati è posizionato alla fine di una gola. Il vento provoca in quel punto delle pericolosissime turbolenze che più di una volta ci sballottolano in maniera mai provata prima. Facciamo 2… 3 ricognizioni per studiare l’orografia e capire i punti dove la turbolenza diventa meno pericolosa. L’aria è rarefatta e l’efficienza del rotore è ovviamente minore.

Bisogna avere un margine di sicurezza più ampio per intervenire.

Come immaginavo prima del decollo intervenire con il verricello sarebbe sicuramente la modalità più difficile e rischiosa con quella turbolenza e il poco margine di potenza dovuta alla quota e le raffiche. Ad ogni intervento di soccorso la regola di un buon comandante è quella di salvare la vita alle persone in difficoltà, ricordando però che è responsabile anche della vita del proprio equipaggio e della serenità delle loro famiglie!

Finalmente troviamo una direttrice di avvicinamento che ci permette di stare nel vento teso senza troppi “schiaffi” e individuiamo un punto sicuro per provare ad atterrare o provare un aviosbarco/avioimbarco, purtroppo è distante dai 2 alpinisti almeno 4/500 Mt.  Gli chiediamo se sono in grado di camminare e iniziare a salire verso la cima, questo li aiuterà anche a scaldarsi un po’. Rispondono in maniera affermativa, l’Ars gli dice di incamminarsi lentamente verso la cima, dove proveremo ad atterrare e poi gli andrà incontro lui a supportarli.

Ci prepariamo così all’atterraggio… controlli cabina effettuati, pronti alla porta aperta, autorizzati.

L’operatore di bordo  apre la porta per iniziare la radioguida ma viene immediatamente investito dal forte vento. Superato il primo inaspettato sussulto inizia a dare le indicazioni per portare l’elicottero sul punto precedentemente deciso. Ogni tanto veniamo scossi da qualche raffica ma tutto rimane sotto controllo. In hoverig sul punto con la bassissima luminosità di una notte dove la luna non è ancora sorta riusciamo a determinare una zona sicura per atterrare. Con non poche difficoltà riusciamo a poggiare l’elicottero in sicurezza sulla cima.

L’Ars è pronto, lo  autorizzo a lasciare l’aeromobile, rimane inizialmente in contatto radio ma dopo poco anche quel contatto sparisce a causa dell’orografia del terreno. Ripenso al secondo Ars non imbarcato… Sarebbe stato sicuramente ottimo ausilio averlo con noi così da mandarli in coppia a soccorrere i due coniugi. La montagna ci ha insegnato tanto in questi anni e uno dei tanti insegnamenti è… mai andare soli in montagna. Questo vale sicuramente per gli escursionisti anche esperti ma ove possibile dovrebbe valere anche per i nostri ARS. Certo sono addestrati a questo tipo di interventi anche da soli… alcuni di loro sono istruttori di Alpinismo Militare, istruttori di sopravvivenza in montagna e istruttori Aerosoccorritori ma comunque ogni soccorso è diverso dall’altro e avere un “Jolly” in più a bordo, così lì chiamiamo,  è sicuramente una tranquillità in più.

Passano lunghi interminabili minuti di silenzio. Ad un tratto l’Ars comunica via radio che uno dei 2 si sta avvicinando all’elicottero. Lui sta sostenendo, quasi portando in braccio, la donna, che oltre all’ipotermia è in un chiaro stato di panico, piange e si dispera.

Finalmente salgono entrambi a bordo dell’elicottero. Abbiamo coperte imbarcate  preventivamente prima del decollo. Gliele mettiamo addosso e dirigiamo immediatamente a Pescara dove un’ambulanza li prende in consegna e gli applica immediatamente il protocollo per ipotermia.

Facciamo rifornimento e dirigiamo nuovamente verso Pratica di Mare. Sono ormai le 2 di notte e mi viene da pensare che anche per questa notte… I Leoni si riposeranno l’indomani…. ma la soddisfazione di aver salvato dal gelo della montagna altre due persone, rende questo prezzo da pagare più leggero.

La nostra vita è un po’ così… interveniamo durante i disastri naturali, le intemperie, le situazioni che vedono persone in grave rischio vita. A volte è dura… ma la verità è che crediamo in ciò che facciamo. Salvare vite operando nel S.A.R. è un privilegio oltre che un lavoro.”

Mammajut

Lettera ai Soci.

Cari Soci, amici e colleghi, l’approssimarsi delle Festivita Natalizie e la fine dell’anno, inducono una serie di riflessioni sulle attivita svolte e sulla vita dell’Associazione Gente del 15°. Associazione che purtroppo vede ogni anno una sempre minore adesione e partecipazione.
L’Associazione e costituita da gente che è appartenuta ed è in servizio presso un “nobile” Reparto, che si e fatto conoscere e continua a farsi apprezzare per le sue attivita sul territorio nazionale ed estero, dimostrando senso di responsabilita, umanità ed amore verso il prossimo. Le testimonianze delle attivita dello Stormo, sono state e vengono tramandate con forza in vari modi, dall’Associazione, a cura di pochi volenterosi. E’ un’affermazione forte, ma consentitemela perché si potrebbe fare di piu’.
Siamo su tutto il territorio e meriteremmo, ben altro, ma per farlo necessiteremmo di una adesione maggiore. Il personale piu’ giovane vive del passato dei colleghi piu’ anziani e noi vorremmo proseguire con le vostre avventure, simili, ma rinnovate in tecnologia ed entusiasmo.
L’Associazione vivrebbe meglio, se insieme ad una maggiore partecipazione, che non é solo economica, perché l’aspetto associativo è di soli € 15 l’anno, ci fosse una maggiore collaborazione attiva. Se volete mantenere alto il Nome ed il Valore del 15° Stormo, che è un Reparto unico, sotto tutti i punti di vista e quindi far conoscere e tramandare anche le vostre gesta, mi auguro che riflettiate su queste poche parole. Spero che in futuro ci sia modo di incontrarci e scambiarci le idee.
Prossimamente si procedera all’elezione di un nuovo Consiglio Direttivo, perché come sapete siamo in una proroga forzata a causa della trascorsa epidemia. Mi auguro che ai Reparti ne parliate e che qualcuno volenteroso si candidi per portare una ventata di aria nuova, in grado di continuare a sostenere e migliorare I’Associazione e adeguarla ai tempi di oggi, come si dice a 6.0.
Se qualcuno vuol dire qualcosa o ha dei suggerimenti, noi siamo qui: segreteria@gentedelquindicesimo.it o un wa a: Bruno Romanini tel. 335463388
Detto questo vi faccio i migliori auguri di Buone Feste e Buon Anno, a voi ed alle vostre famiglie a nome mio, del Gen. De Luca Presidente titolare e di tutto il Consiglio Direttivo.
Alcuni di voi le trascorreranno lontano dai propri cari, come è  sempre stato, consapevoli che peculiarità e forza della nostra e vostra vita operativa è vigilare sempre e su tutti.
Auguri e come sempre MAMMAIUT !!!

“Premio Idria 2023” assegnato al personale dell’Aeronautica Militare.

Nel contesto della 15ª edizione del “Premio Nazionale Idria” che si è svolta sabato 25 novembre all’interno dello splendido scenario della Chiesa di Santa Barbara a Paternò (CT) ed alla presenza di autorità militari, civili e religiose,  sono stati  assegnati diversi riconoscimenti  a quanti, appartenenti alle FF.AA,  si sono di recente prodigati in opere di altruismo, coraggio e solidarietà umana.

Tra il personale dell’Aeronautica Militare che ha ricevuto il premio, con gioia e soddisfazione citiamo il Tenente Colonnello Boris Petracca, oggi  in servizio al Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma.

Motivazione Premio Idria per il Ten. Col. Boris Petracca e al M.llo 2ª classe  Salvatore Rosario Vetrugno:

“Il giorno 7 luglio 2023, durante un periodo libero dal servizio che stavano trascorrendo in spiaggia a Marsala (TP), venivano richiamati dalle urla di un bagnante che in seria difficoltà si sbracciava in mare a decine di metri dalla battigia. Con prontezza di intervento il Maggiore Petracca si tuffava immediatamente e iniziava a nuotare per prestare soccorso al malcapitato. Da lì a breve, anche il Maresciallo Vetrugno, percependo subito la situazione di emergenza, si tuffava e raggiungeva l’uomo che, in forte difficoltà di respirazione, si dimenava seppur l’altro collega lo aveva già afferrato e tentando di stabilizzarlo tenendolo a galla. Con lucidità ed azione congiunta, sono riusciti a trascinare l’agitato bagnante verso la riva, scongiurando imminenti drastiche conseguenze per il medesimo malcapitato. Una volta giunti sulla spiaggia, anche grazie alla formazione specifica di Forza Armata, i due militari sono riusciti a stabilizzare l’uomo, facendolo prima di tutto respirare da solo e poi tranquillizzandolo con la loro presenza. Da lì a breve, il bagnante veniva monitorato anche da personale di servizio alla spiaggia e altri medici già presenti in loco. Nell’occasione, improntata sulla prontezza di intervento e l’ammirevole senso di responsabilità, oltre a salvaguardare la salute del prossimo a rischio della personale incolumità, il comportamento dei due militari ha portato lustro all’Aeronautica Militare e a tutte le Forze Armate.”

Mammajut

La tradizionale cerimonia di scambio di auguri al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare.

 

Nella serata di giovedì 7 dicembre, presso l’aeroporto militare di Pisignano di Cervia, sede del 15° Stormo dell’Aereonautica Militare, ha avuto luogo una serata musicale con la esibizione della Banda cittadina del Comune di Cervia. La serata, organizzata a scopo benefico, è stata l’occasione per lo scambio dei tradizionali auguri natalizi, alla presenza di numerose autorità civili e militari.

Il Sindaco di Cervia Massimo Medri e il Presidente del Consiglio comunale Gianni Grandu hanno espresso riconoscenza e gratitudine per l’operato del 15° Stormo nelle diverse azioni umanitarie, in particolare nel periodo dell’alluvione del maggio scorso, sottolineando l’impegno e il valore profuso dal personale della base.

Al Comandante della base Colonnello Andrea Giuseppe Savina è stata consegnata una pergamena con la seguente motivazione:

 “Al 15° Stormo dell’Aeronautica Militare. Per le attività di soccorso e il fondamentale contributo apportato nel maggio 2023 a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione con 332 vite salvate,93 missioni di soccorso, 153 ore di volo, 11.000 kg di viveri e materiali e 600 lt. di acqua. La presenza dell’Aeronautica fa parte del tessuto della nostra comunità e vive di un rapporto improntato sulla profonda stima e su una salda e reciproca collaborazione. Con gratitudine e riconoscenza.

Il Colonnello Savina ha molto apprezzato questo gesto ed ha ricambiato con la consegna di un quadro con una bandiera italiana

con la dicitura “15° Stormo – certificazione nr.4 – Ho l’onore di certificare che questa Bandiera Italiana simbolo di orgoglio e unità nazionale, ha volato in una missione reale di soccorso durante l’alluvione in Emilia Romagna”.

Come detto è stata anche una serata di beneficenza, con una raccolta di fondi a favore del Centro socio-occupazionale per ragazzi con disabilità “Ikebana”, con sede a Cervia, consegnati virtualmente dal Comandante del 15° Stormo al Presidente della Cooperativa Sociale “San Vitale” Romina Maresi.

Una serata che ha meritato di essere citata.

Il Sindaco di Cervia Massimo Medri ha dichiarato: “E’ stata un’ulteriore occasione per rafforzare i legami di stima, reciproca amicizia e collaborazione con il 15° stormo dell’Aeronautica Militare. Nel compimento dei 100 anni di questa importante istituzione ringraziamo tutto il personale che svolge con passione e abnegazione il proprio lavoro al servizio dell’Italia e delle persone delle nostre comunità per garantire sicurezza e soccorso”.

Mammajut

 (dai comunicati stampa del Comune di Cervia e della Cooperativa Sociale “San Vitale”)

A 2000 metri ……ma che fatica!

di Marco Mascari

“E poi arrivano quei momenti in cui capisci e tutto ti è più chiaro! È successo stanotte durante l’ennesimo soccorso, forse il più complesso della mia carriera. Sul monte Terminillo in un ghiacciaio a 2000 mt.. Il Destino sembrava remarci contro e in quel momento ho capito gli anni di fatica e addestramento che mi hanno portato a quell’appuntamento infame… ho compreso tutte quelle volte che simulavo la rottura del verricello e addestravo gli equipaggi a valutare soluzioni alternative prima di abbandonare la missione. La scorsa notte è stata una battaglia contro le avversità tecniche e climatiche. Da una parte Io e il mio equipaggio… dall’altra avversità mai conosciute o simulate. E al centro una “vita da salvare”, quella di un giovane alpinista di appena 25 anni caduto per oltre 70 mt. Una notte lunga e faticosa… che ci ha messo alla prova fino allo stremo delle forze e della resistenza fisica e mentale. Ad ora purtroppo non so se ce la farai Filippo… Ma Noi ce l’abbiamo messa tutta per darti la possibilità di vivere… Anzi stanotte abbiamo fatto cose che non pensavamo possibili… Quindi caro giovane ragazzo… Se ti abbiamo preso da quella parete strappandoti con tutta la forza da morte certa per congelamento… Altro non puoi fare che vivere!! Quantomeno per ringraziare tutte le persone coinvolte nel tuo salvataggio… a partire dagli Operatori del CNSAS che con la loro intuizione hanno capito dove potevi essere, fino al Dottore e al nostro equipaggio che ti hanno imbarellato e issato a bordo con il verricello rotto!! ❤️

Sono appena passate le 22 quando a cena con amici ricevo la chiamata della sala operativa: la “vita da salvare” è quella di un giovane alpinista romano di 25 anni disperso da questo pomeriggio sul Monte Terminillo. Penso ad una missione di ricerca in montagna dove se il disperso non viene individuato in tempo, difficilmente si salva con le temperature del momento. Le ricerche da parte del Corpo Nazionale Soccorso alpino e speleologico del Lazio (Cnsas) si sono attivate qualche ora prima della chiamata. Infatti i  genitori del giovane, senza notizie dal mattino di giovedì 7 dicembre e preoccupati per il suo mancato rientro, danno l’allarme al 112 ed immediatamente partono le ricerche con l’attivazione di diverse squadre di terra, tra cui una del CNSAS Lazio e una del soccorso alpino della Guardia di Finanza.  Durante la notte vengono altresì  acquisite ulteriori informazioni, molto importanti anzi cruciali sulla posizione dell’alpinista, grazie anche a testimoni che  lo hanno avvistato nel corso della giornata ed alla triangolazione del segnale del telefono di Filippo che circoscrive le ricerche in un ghiacciaio. Le operazioni di ricerca sono state rese ancora più efficaci con l’arrivo de nostro elicottero del Soccorso Aereo dell’Aeronautica Militare, un HH 139B dell’85° Centro SAR del 15° Stormo proveniente dall’aeroporto di Pratica di Mare.  

L’elicottero, in supporto alle squadre a terra, ha consentito l’individuazione delle tracce del disperso permettendo ai tecnici di circoscrivere ancora di più le ricerche ed avere per quanto possibile il punto più illuminato possibile dai fari dell’elicottero. Tracce comunque già battute seguendo anche la localizzazione di massima tramite cella telefonica. L’alpinista viene ritrovato in fondo a un canale ghiacciato in località Valle degli Angeli poco dopo la mezzanotte, è in pessime condizioni sanitarie. E’ caduto per circa 70 metri, oltre agli evidenti traumi è in uno ovvio stato di ipotermia grave.

Le prime difficoltà subentrano nel provare ad effettuare il rilascio del Dottore, il punto a circa 2000 mt è  difficoltoso da raggiungere, ci sono correnti di caduta che arrivano dalla parete e che tolgono potenza all’elicottero, già in grave carenza  a causa dell’aria rarefatta a quelle quote ed al peso dello stesso elicottero. Avvicinandosi alla parete piccoli pezzetti di ghiaccio si staccano a causa del flusso rotore e creano quello che in gergo si chiama “effetto WHITE OUT”, cioè la visione bianca fuori che non permette di vedere i riferimenti orientativi a terra, rischiando di mandare in disorientamento l’equipaggio che opera con i visori notturni (NVG). Per recuperare un margine di potenza adeguato e rilasciare il medico l’equipaggio decide di andare a scaricare sulla piazzola del Terminillo uno dei 2 Tecnici presi a bordo per le ricerche al fine di ridurre il peso. Tornati sul punto, ormai presa la giusta confidenza con la posizione e le condizioni di bassa visibilità, si procede al rilascio del Dottore che deciderà se il recupero del ferito potrà essere effettuato in braga oppure tramite la barella. Dopo pochi minuti il Doc valutate le condizioni del paziente decide di procedere con la barella, così viene calato tramite il verricello l’Aerosoccorritore con la barella al seguito. L’intervento del medico del Cnsas, verricellato sul ferito per prestare i primi soccorsi, è stato davvero provvidenziale!!

Mentre Ars, medico e soccorritori provvedono a “sistemare” in barella l’infortunato ed essendo stata data la comunicazione che ci vogliono almeno 20/30 min per spostare la barella in un punto più idoneo  al recupero, decidiamo di  dirigerci verso l’aeroporto di  Rieti per rifornimento carburante presso il Gruppo Elicotteri Carabinieri che ringrazio per il supporto fornito tutta la notte. Il giovane nel frattempo viene immobilizzato, riscaldato e imbragato per essere trasferito in elicottero all’ospedale di Rieti. Dopo il decollo arriviamo sul nuovo punto per il recupero, ormai le condizioni estreme sono state affrontate e abbiamo la giusta “confidenza” per poter pensare che il peggio sia passato, bisogna solo recuperare la barella e portarla velocemente in ospedale dove ci stanno già aspettando. Ma il destino ha in serbo per noi altre prove da superare. Una volta in Hovering dopo aver passato cavo guida  e verricello all’Aerosoccorritore, assicurato il gancio verricello alla barella, pronti al recupero, accade l’ennesimo imprevistosi accende la  spia “Cable Fault” che segnala il blocco del verricello e l’impossibilità quindi di poter recuperare il cavo e la barella. Come se ciò non bastasse l’equipaggio non riesce a comunicare con l’ARS tramite la radio “Policom” in dotazione. L’ARS e i soccorritori sono sdraiati sulla barella per non farla scivolare a causa della pronunciata pendenza e la neve ghiacciata. Sono posizionati a faccia in giù per proteggersi dai piccoli pezzetti di ghiaccio che si staccano dalla parete a causa del flusso e che creano tra l’altro sempre quel pericoloso effetto “white out”. Così ci ritroviamo “ancorati” alla barella tramite cavo, senza possibilità di muoverci per non strapparla via e senza la possibilità di comunicare con le squadre a terra. A quel punto l’equipaggio decide di abbassarsi un po’ di quota per provare a far capire “cosa sta accadendo” ai soccorritori a terra.

Con l’elicottero in hovering a  circa 15/20 ft, l’ARS comprende che qualcosa non va e si gira verso l’operatore di bordo che riesce a segnalargli a gesti il problema al verricello. Lo sconforto si fa più pronunciato, il tempo sembra dilatarsi, la stanchezza fisica e mentale si fa sentire….il destino ci è contro … e l’unica domanda che viene in mente in quel momento è…. perchè?

Ed è proprio lì che mi è tornata alla mente una frase di mia madre… “Ricorda che Dio manda il freddo dove ci sono le coperte”. Quella coperta per risolvere la situazione siamo noi…. ed abbiamo una vita da salvare.

Valutata orografia, pendenza, ostacoli, distanza del rotore dalla parete della montagna, decido di abbassarmi ulteriormente e di provare a poggiare il ruotino anteriore sulla parete per cercare di stabilizzare il più possibile l’elicottero scosso dai venti di caduta, ridurre per quanto possibile l’effetto “white out” ed avvicinare il portellone il più possibile alla parete in modo da consentire all’operatore al verricello di issare la barella a bordo, supportato per quanto possibile dal personale a terra. Una manovra effettuata  in addestramento utilizzando però una delle due ruote principali per effettuare eventuali avioimbarchi o aviosbarchi in zone non atterrabili. L’impossibilità di usarla ora è dovuta al fatto che la distanza tra carrello principale e parete non è sufficiente a garantire le operazioni in sicurezza, mentre avendo l’HH139 il muso particolarmente pronunciato si può, poggiando il carrello anteriore, avere un buon margine di distanza dalla parete. Incuranti delle schegge di ghiaccio, del flusso, la vicinanza di un elicottero in hovering, con sforzo fisico quasi disumano dell’operatore di bordo, dall’ARS, del dottore e dei tecnici del CNSAS a terra, aiutati forse anche dalla disperazione e dall’adrenalina di quei momenti concitati… la barella viene letteralmente issata a bordo. A quel punto i piloti riportano l’elicottero in posizione “comoda”. Il cavo del verricello viene  recuperato a bordo e si procede verso l’ospedale di Rieti, dove il giovane alpinista viene  affidato alle cure dei sanitari.

 

Con il poco carburante residuo, l’elicottero si dirige di nuovo in zona per recuperare  tramite avioimbarco l’ARS, che nel frattempo si è spostato in una area più idonea a circa 100 mt più in basso rispetto al punto del recupero. Dopo una prima ricognizione sulla nuova area di recupero ci rendiamo conto che purtroppo è ancora più nascosta nella gola anche se su un terreno meno inclinato. Viene effettuato un primo tentativo ma compresa la nuova difficoltà l’equipaggio decide di procedere con un altro  rifornimento per essere tranquilli nell’avere margine di manovra e tempo sufficiente di ricognire e valutare. Tornati sulla zona, dopo un paio di tentativi, l’equipaggio a circa 6700 ft, riesce a raggiungere l’Aerosoccorritore e, subendo sempre  l’effetto “white out”, procede all’avioimbarco. A quel punto il carburante è sufficiente per dirigere direttamente a Pratica di Mare… dove all’atterraggio è stato comune il sentimento di un abbraccio per suggellare un soccorso che non dimenticheremo facilmente.

Ora la stessa determinazione spetta a Filippo per poter vivere.”

NdR Sono un ex pilota del “soccorso aereo” ed ho prestato servizio per tanti e tanti anni presso il 15° Stormo, allora in servizio sull’aeroporto di Ciampino. Non ho mai dovuto effettuare un recupero in montagna e di notte, ma ho acquisito negli anni – anche come semplice osservatore esterno – quel bagaglio di esperienze che oggi mi portano a dire che quella notte …..non si è trattato di un intervento come altri.

E’ stato difficile raccontarlo; sarà stato ancora più difficile “farlo”.

 

Tutti i complimenti ed il nostro affettuoso ringraziamento al T.Col. Marco MASCARI, capo equipaggio, al Magg. Gianluca PAPA, co-pilota, al 1°Lgt Alessandro EGIZI, operatore di bordo e al 1° Lgt Francesco RUSSO, aerosoccorritore.

Mammajut