di Mario Sorino
Ancorché sembra che ormai le partenze su allarme degli equipaggi del 15° Stormo avvengano solo quando c’è burrasca, e gli altri non partono, oppure quando si scatenano delle calamità naturali, il meteo sorride sempre al 15° quando deve organizzare i suoi raduni. E così anche il 7 ottobre Zefiro, il dio greco della meteorologia, ha sorriso alla massa di radunisti riunitisi a Vigna di Valle sfoggiando temperature nemmeno autunnali: estive!
Il che ha favorito lo sciamare dei convenuti, nella maggior parte in età non più giovanile, per godersi il meraviglioso panorama di quel luogo storico che tanto ha a che spartire con il passato dello Stormo e che ora conserva, fra i tanti cimeli e protagonisti della storia della Regia Aeronautica e dell’Aeronautica Militare anche lui: l’HH3F. Il Pellicano, il nostro buon Padre di famiglia, il compagno dei nostri voli normali, avventurosi, rischiosi, pericolosi, in giallorosso oppure in grigioverde, con gli artigli protesi a difesa per graffiare in quei tanti voli compiuti in terre lontane e non sicure.
Inutile dire quanto sia stato bello incontrarsi. Si, perché non si è trattato del solito incontro di quanti abitano nei dintorni. Questa volta c’erano amici provenienti dai quattro punti cardinali dello Stormo, da Trapani i canarini, da Brindisi/Gioia i paperi, da Rimini i pellicani e da Pratica di Mare i leoni. Tutti per rendere omaggio a lui, al Pellicano.
La cornice del Museo è veramente splendida ed agli elicotteri è dedicata una intera sezione, non molto grande ahimè, ma va considerato che ormai sono 100 gli anni di storia che il museo deve raccontare e gli aeromobili che hanno raccontato il trascorso secolo non sono pochi. A fare compagnia all’HH3F un AB47J, un AB204B, un AB212 ed un SH3D.
Le limitate dimensioni dell’area ad essi destinati ha consentito l’ingresso a gruppi contenuti di radunisti, ma quandanche ci fosse stata la possibilità di entrare tutti insieme si sarebbe comunque formata una fila. Si, perché ho assistito ad un fenomeno che mi ha colto impreparato: tutti sono voluti salire sull’elicottero e buona parte sedersi anche ai comandi volo. E non si trattava di parenti ed amici che facevano parte della compagnia, si trattava di piloti e specialisti che su quei sedili avevano trascorso buona parte della loro attività. Tutti ci siamo religiosamente messi in fila, aspettando con ansia il nostro turno, per salire e godere con gli occhi di una vista familiare che ognuno di noi ha incisa sulla retina oculare. Non sono stato fra quelli che hanno desiderato stringere fra le mani i comandi di volo, già il solo salire a bordo mi ha causato un indesiderato, ma non inaspettato, inumidirsi degli occhi ed ho avuto il timore che varcare il vano cockpit rendesse palese a tutti che il mio non era raffreddore.
E nonostante a casa ognuno di noi conservi proprie foto con il nostro enorme amico, pochi hanno rinunciato a farsi fotografare a bordo o ai comandi di volo. Una giornata, in sostanza, dedicata si a noi, ma principalmente a lui. All’HH3F che oltre ad essere gate guardian a Cervia ed a Pratica di Mare ha finalmente, e non è stato un percorso rapido nè facile, ottenuta la giusta collocazione nel Museo dell’Aeronautica Militare annoverato fra le innumerevoli pagine di una meravigliosa avventura che per la Forza Armata è iniziata il 28 marzo 1923 e per il Pellicano il 28 luglio 1977 volando 260782:05 ore di volo, percorrendo non meno di 30 milioni di miglia nautiche nei cieli di tre continenti Europa, Africa ed Asia.
Mammajut
Salendo sul Pellicano, mi sono raffiorati i ricordi dei momenti vissuti con lui, con più di qualche lacrima agli occhi e tanta nostalgia: …..l’accensione dell’APU per fare le prove, con l’annesso pompare, per ricaricare l’accumulatore; …..la fase di aggancio del peso al gancio baricentrica, momento vissuto senza nessun timore, confidando in lui,….. e tanti altri momenti addestrativi ed operativi di salvataggio in mare……(Alfonso De Prisco)