LA NASCITA DEL “PASSAGGIO BANDIERA”
di Massimo Calderoni
Correva l’anno 2001, l’A.S. Roma vinceva il suo terzo scudetto “scucendolo” dal petto dei cugini biancocelesti. La rivalità tra le due tifoserie era ed è tra le più sentite nel mondo calcistico italiano e gli sfottò non mancano mai, ogni occasione è buona per prenderci in giro. A quei tempi ero un giovane aerosoccorritore della 604ᵃ Sq. a Grosseto, dove avevo molti amici, anch’essi tifosi della S.S. Lazio, con i quali condividevo tanti momenti goliardici.
Ad una settimana circa dalla fine del campionato di calcio ero in programma di volo per una ricerca SAR TERRA all’ora del tramonto. L’equipaggio era composto dal Cap. Gianni TRIPPI, Capo Equipaggio, dal Ten. Niko PAGGI, secondo pilota, dal P.M. Simone MARCHINI, Operatore SAR, oltre me come ARS. Il Capo Equipaggio fa il consueto briefing prevolo: tipo di mix, durata, zone di lavoro, eventi, emergenze, etc. Ci avviamo verso il nostro AB212 e mentre ci avviciniamo all’elicottero chiedo a Gianni (il C.E.): «subito dopo il decollo, possiamo fare una cosa?» Gianni, conoscendomi bene, aveva già capito che avevo in mente qualche scherzo e mi chiede: «cos’hai in mente?» Io: «nulla di particolare, solo un basso passaggio sulla linea volo del XX Gruppo per salutare gli amici» Gianni: «ok, si può fare». Io: «però non un semplice passaggio, vorrei farlo appeso al verricello con questa bandiera».
Gianni: «ma sei pazzo?! È pericolosissimo, se ti vola via, si strappa…rischiamo che vada a finire nel rotore di coda. Sai che botto che facciamo? No no è troppo pericoloso non si può fare». Io: «ma dai Gianni, la lego bene alla caviglia e la tengo stretta con le mani, se vedo che inizia a cedere la chiudo e rientro». Dopo qualche tira e molla riesco a convincerlo. Decolliamo ed il Capo Equipaggio chiede alla torre di controllo l’autorizzazione per un basso passaggio sulla linea volo del XX Gruppo. Veniamo autorizzati ed inizia la procedura per il verricello. Simone chiede l’autorizzazione ad aprire la porta e prendere il verricello, Gianni lo autorizza, Simone mi passa il verricello, mi guarda ridendo e scuotendo la testa e mi dice: «solo te……».
Avendo già legato la base della bandiera alla caviglia, attacco il vertice alto al gancio del verricello, aggancio al verricello anche la mia imbracatura e mi sgancio dal sedile. Chiudo la bandiera e mi siedo sulla piantana dell’AB212. Faccio cenno a Simone di essere pronto ad uscire, Simone lo comunica al C.E. che autorizza la “discesa”. Esco e mi metto in piedi sul pattino di fronte a Simone, che inizia a calarmi. A circa 3/4 metri sotto il pattino (ad una velocità di circa 25/30 nodi) faccio segno a Simone di fermare la discesa e ci avviciniamo alla linea volo del XX Gruppo. Lascio andare la bandiera che si apre ed inizia a sventolare. Sono talmente teso che, per controllare la bandiera, non vedo chi o cosa ci sia sotto di noi. Finita la linea volo Simone inizia il recupero, io chiudo la bandiera ed una volta dentro, dopo aver messo tutto in sicurezza mi collego e dico: «visto che era facile?». Il vaffa scatta in automatico, come la risata subito dopo che scioglie la tensione “della prima volta” e la missione prosegue come pianificata.
Come ho scritto all’inizio, era da poco finito il campionato di calcio, quindi eravamo all’inizio dell’estate e del periodo degli AIRSHOW. Infatti, pochi giorni dopo andammo a Livorno per un volo dimostrativo di Ricerca e Soccorso sul mare (DIMOSAR). Dopo il briefing della DIMOSAR, e prima del decollo, viene da me Gianni e mi dice: «ricordi il passaggio con la bandiera della Roma? Mi è piaciuto, oggi lo fai con la bandiera dell’Italia». Io, che avevo già i brividi, rispondo: «certo che si». Iniziamo la procedura di messa in moto, decollo e ci dirigiamo verso l’holding point in attesa dell’autorizzazione al passaggio sulla zona di esecuzione del volo dimostrativo per iniziale la DIMOSAR. Appena ci danno l’autorizzazione mi preparo. Ho il cuore in gola, le pulsazioni salgono per due motivi, la tensione per la bandiera e, non da meno, l’emozione. La missione quindi si concretizza. Operatore SAR: «porta aperta, aerosoccorritore vincolato al verricello e pronto in piantana» Capo Equipaggio: «autorizzato alla discesa». L’Operatore SAR mi dà una pacca sulla spalla, come da briefing, ed io esco, ruoto e mi metto di fronte a lui, pronto per essere calato. Inizia la discesa all’altezza del pubblico e rilascio la bandiera. Per un paio di secondi non capisco niente a causa del vento e perché non ho il casco giacché la missione è su mare; poi ci si mette anche che la bandiera non si apre bene. Trovato il giusto equilibrio ed aperta bene la bandiera mi giro e guardo il pubblico. Tutti si sbracciano, ma la cosa più divertente è vedere i bambini che corrono e saltano lungo il bagnasciuga per salutarci. Terminato il passaggio di fronte al pubblico rientro e mi preparo per la DIMOSAR. Facciamo la nostra esibizione divertendo e divertendoci come sempre, atterriamo, debriefing tutto ok.
L’emozione che ho provato in quel momento è indescrivibile e da allora tutti gli airshow iniziano con il nostro PASSAGGIO BANDIERA e finiscono con l’esibizione della PAN. Il passaggio bandiera è odiato da tanti, ma amato da altrettanti.
A giugno 2003 vengo trasferito al 15° Stormo – 85° C/SAR di Pratica di Mare portando con me questa ”innovazione” . Alcuni colleghi mi guardavano in cagnesco (qualcuno ancora lo fa), altri erano e sono entusiasti ed ogni occasione è buona per fare un passaggio bandiera, per mostrare l’attaccamento alla nostra amata Patria. Ricordo ancora cosa mi disse un collega: «ma tu non avevi proprio un cavolo da fare quando ti è venuta in mente questa cosa? Domenica vogliono farmelo fare ma io sono contrario». Gli risposi che non era costretto e se non voleva farlo bastava dirlo al Capo Equipaggio. Non so perché, non glielo chiesi, ma quella domenica fece il passaggio bandiera. Il giorno dopo quando mi vide mi disse: «ciccione maledetto ho fatto il passaggio bandiera e devo ammettere che è davvero emozionante». Mi voltai e me ne andai ridendo…..