di Sabatino Martellucci
A Leone
Nella seconda metà degli anni 70 del secolo scorso si produceva un fumetto tascabile, per adulti, dal nome “IL MONTATORE, potete immaginare la mia sorpresa quando arrivato alla Scuola Sottufficiali di Caserta “Mario ANELLI” scoprii di essere stato inquadrato nella categoria Montatori.
Da lì a breve avrei scoperto quanto il corso mi avrebbe impegnato nello studio di materie quali aerodinamica, costruzioni aeronautiche, idraulica, oltre alla pratica in officina, dove la lima la faceva da padrona, e sul campo di volo di Capua, dove si imparava a smontare e rimontare il ceppo frenante dell’aeroplano. Sempre seguiti dai vecchi Montatori, Marescialli istruttori che ci incantavano con i loro racconti, storie imperniate sulle mille sfaccettature delle Specializzazioni che da lì a poco, una volta arrivati al Reparto, ci avrebbero coinvolto.
E si perché le altre categorie non lo ammetteranno mai, ma il MONTATORE non era semplicemente un manutentore. Alle origini era falegname, poi diventato lattoniere; si poteva occupare di comandi di volo oppure di impianti idraulici, era un capo velivolo nei reparti caccia, Load-Master nei reparti trasporto, ossigenista, addetto all’AGE, oppure ai controlli non distruttivi (CND).
Il 23 agosto 1985, una volta arrivato a Ciampino, all’85° gruppo del 15° Stormo dotato a quel tempo degli elicotteri Sikorsky HH3F, capii subito che tutto quanto fatto e letto durante il corso sarebbe finito nel cassetto della mia conoscenza. Dopo qualche mese ritornai a Caserta per frequentare il corso Ala Rotante, l’elicottero era diventato il mio vettore. Dalla formula P=1/2 ρ V2 S Cp (della portanza) passavo alla più nobile definizione attribuita allo stesso Sikorsky ”il calabrone per il suo peso e la sua conformazione non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso”…oppure, meglio ancora a quella di Leonardo «Trovo, se questo strumento a vite sarà ben fatto, cioè fatto di tela lina, stopata i suoi pori con amido, e svoltata con prestezza, che detta vite si fa la femmina nell’aria e monterà in alto», per un più nobile impegno: la Ricerca ed il Soccorso.
Il rotore principale, con il suo piatto rotore che permette il volo stazionario e quello traslato, il rotore di coda, necessario per contrastare l’effetto giroscopico, le scatole ingranaggi e la trasmissione principale formate da ruote dentate, create con precisione microscopica che trasferiscono il moto dal piano longitudinale a quello verticale. L’AFCS (Auxiliary flight control sistem), quella sorta di scatola magica dove gli input dei comandi del pilota tramite il ciclo il collettivo e la pedaliera, venivano miscelati e trasmessi alla testa rotore, senza tralasciare gli impianti idraulici e il carello.
Tornato al Reparto trovai i colleghi, dal Capo Pucci Renzo per passare a Claudio Spadoni, quello che veniva dalla Sperimentale e sapeva la lingua, a Fabio Del Vita lui sì che c’era stato in America, per passare a Saldamarco, Menna, Adanti, Bullara ecc. ecc., ma in particolare Leone Reggi che aveva ideato la dima per imparare a legare i bulloni con il filo d’acciaio, con quella tecnica della frenatura, (quante ne ha bocciate, colle tronchesi veniva e tagliava) cercai di imparare da tutti loro l’arte della manutenzione.
Non solo, se da un lato eravamo impegnati nelle FASATE, ispezioni di primo livello e fino al secondo rinforzato, dall’altro mi impegnavo nel volo, dove come Equipaggi Fissi ci addestravamo per la nostra missione di istituto.
In pochi anni mi specializzai come verricellista prima e successivamente, con la trasformazione che lo Stormo subì durante i primi anni 90 diventando Combat SAR, imparai ad utilizzare la mitragliatrice di bordo.
Sicuramente l’attività di volo è stata quella che più ho amato e fatto con passione, questa mia passione mi portò a diventare poi istruttore del Reparto CASE, ma di una cosa vado ancora più orgoglioso, di essere stato un giovane Montatore che ha potuto osservare con quale professionalità e passione e apparente facilità i miei colleghi sbarcavano trasmissioni, teste rotore rimettendo in efficienza quei veicoli pronti per andare in volo alla ricerca di un disperso da salvare.