10 ANNI DOPO
Non ricordo, come ho dichiarato in Chiesa al termine della Celebrazione del decennale della scomparsa di Antonio (detto Totonno) Toscano, di aver mai partecipato ad una commemorazione di tale genere. Ho purtroppo partecipato a funerali di un certo numero di carissimi amici, ma alla commemorazione di un decennale mai. Ed allora vuol dire che tale commemorazione ha un significato speciale; intanto va considerato, come semplice annotazione, che dieci anni fa toccava ancora a me affrontare il leggio della Chiesa di Santa Maria del Carmine, a Santa Marinella, per l’elogio funebre di Totonno. Allora lo feci perché rivestivo la carica di Presidente dell’Associazione Gente del 15°, dieci anni dopo l’ho fatto per l’enorme affetto che avevo per lui.
E quindi mi sono ritrovato di fronte ad alcuni degli stessi visi, i parenti tutti e fra noi qualcuno in meno, a decantare le lodi di Totonno senza un discorso preparato, ma a braccio. A braccio non perché io sia abile a parlare senza una traccia scritta, ma semplicemente perché quando si parla di certi Personaggi (con la P maiuscola) non c’è bisogno di avere una traccia. Le parole sorgono spontanee a delineare la persona ed a soffermarsi su quello che potrebbe persino essere considerato ovvio. Ovvio perché tale può apparire decantare le lodi di Totonno di fronte a chi ha avuta la fortuna di conoscerlo e condividere con lui parte della vita. Antonio, come amava chiamarlo la sua compagna di una vita, la moglie Rosamaria, è stato un Sottufficiale che ha svolto la sua attività con una passione, mista ad una innata giovialità, grazie alla quale il suo passaggio in Forza Armata, ovunque abbia prestato servizio, ha lasciato una traccia indelebile che scomparirà solo, forse, quando più generazioni si saranno succedute laddove egli ebbe ad operare. Nel bel mezzo della sua avventura in Aeronautica decise di affrontare, nel primo corso della storia AM, l’avventura di diventare Aerosoccorritore. E fu un’impresa per niente facile, anzi ardua. E per usare le stesse sue parole: “Dopo una prima esperienza presso la Marina Militare che brevettò 5 sottufficiali, la Essevvù (Sicurezza del Volo ndr) decise di intraprendere la strada maestra e di affidare alla Federazione delle Attività Subacquee del CONI la formazione del personale. Precisamente fu chiamato in causa il grande Maestro Duilio Marcante (un’autorità mondiale nel campo della didattica) che era Direttore del Centro Didattico di Genova-Nervi, un uomo-pesce dal quale imparare tanto.”
Quello fu solo l’inizio, cui fece seguito un’attività che lo vide operare inizialmente come Aerosoccorritore agli ordini del mitico creatore della specialità, il Col. Papò, per poi passare all’attività in seno al 15° Stormo, sia in Patria, sia all’estero in teatro operativo. Forse il periodo in Somalia fu uno dei più significativi, per l’impegno nell’affrontare situazioni di pericolo decisamente serie e per la triste realtà della popolazione locale che non poteva non lasciare traccia in un animo sensibile come quello di Totonno.
Quando decise di lasciare la Forza Armata lo fece nelle mie mani perché ero il Comandante del 15° e quindi il suo Comandante. Ma non lasciò mai la Forza Armata ed il 15°. Anzi, a dispetto del fatto di essere ormai in congedo, non disertò mai le occasioni di incontro nelle quali, tra l’altro, non assisteva quale semplice spettatore, ma sempre come parte attiva e trainante. E gli innumerevoli scritti da lui realizzati, quando era in congedo, e pubblicati nel sito dell’Associazione, ne sono la significativa testimonianza. Scritti che delineano la grandezza del personaggio, capace come pochi a fotografare e rappresentare per iscritto le peculiarità non solo dello Stormo, ma di molti dei personaggi che lo contraddistinsero in quei mitici anni legati ad un elicottero, l’HH3F, origine di una rinascita dello Stormo in una configurazione abile ad operare in lungo e largo non solo Patria ed in Europa, ma anche in Africa ed Asia. Gli scritti di Antonio Toscano sono stati raggruppati in una raccolta realizzata dal Gen. Giacomo De Ponti (grande estimatore di Totonno) e consegnati alla famiglia al termine della commemorazione, quando ci si è trovati tutti insieme ad alzare il calice per il consueto Mammajut.
Ciao Totonno
Fiuuu, firifuuu!!!
Mario Sorino