Saluto al Pellicano

– ANGELO Mosca –

Può l’uomo provare sentimento verso qualcosa di materiale? Si fa presto a dire “sì” riferendosi al senso di possessività che, dalla nascita della proprietà privata, è proprio di ognuno di noi: è mio! Ma quando questo sentir proprio qualcosa travalica i confini del mero possesso allora forse si è di fronte ad un sentimento puro. Ecco! Questo è quello che mi sento di esprimere guardando le immagini con cui ieri si è ufficialmente messo fine al servizio attivo del’HH-3F “Pelican”.

E’ ad un amico sincero e leale, da tutti definito “padre di famiglia”, che va il riconoscimento per aver fatto di me un uomo ed un professionista nel suo lavoro. Non è stato amore a prima vista ma, una volta conosciuto, ti sei fatto amare e hai donato tanto amore. Il suono delle tue pale al rilascio del freno è inconfondibile ed è riconosciuto come un suono di pace e speranza. Là dove la furia della natura si è abbattuta, lì dove un beffardo destino ha incrociato la vita di migliaia di persone, non hai mai esitato a tendere la tua mano, hai sempre filato il verricello, anche negli anfratti più impervi, e calato la rampa per allungare la vita a chi ne aveva bisogno.

Volteggiavi sornione, pacione e tranquillo ai comandi di quanti con ammirazione guardavano prima di salire alla tua imponente stazza. Migliaia di persone hai lasciato con il naso all’insù durante le dimosar, in visibilio a vederti ammarare e flottare come un’imbarcazione.

Mi è stato dato l’onore più volte di poter raccontare il lavoro che ci hai permesso egregiamente di fare, non ti nascondo che puntualmente un brivido mi percorreva mentre prestavo la voce alle manovre che ci hanno più volte consentito di adempiere con successo la nostra missione. Ho visto gente piangere durante le tue esibizioni, questo perché non sei solo pale, bulloni e bottoni ma sei l’anima di coloro che nel silenzio lavorano affinché altri possano vivere.

Non ho potuto prender parte al tuo ultimo saluto caro eroe dei cieli, che senza badare alle condizioni meteo, spesso davvero critiche, ti sei sempre lanciato dopo ogni chiamata, ma idealmente voglio carezzarti…mi hai regalato emozioni, mi hai fatto spesso ritornare a casa più ricco e con la soddisfazione di vedere anni di sacrificio ricompensati dall’aver allungato la vita a qualche sconosciuto.

Mi hai regalato il privilegio si salvare vite umane, e questo giustifica le mie lacrime nel dedicarti queste parole che si aggiungono alle migliaia scritte per celebrarti. Amico mio hai segnato la mia vita e dell’esperienza fatta insieme farò la base del mio impegno futuro. Il tuo nasone scorgerà simpatico nei miei pensieri e nelle mille foto che conservo.

Con affetto vero, Jedi 32

Mammaiut!   

 

 

 

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