È stato un quotidiano nazionale a sollevare, il 12 marzo, la questione della intitolazione di un velivolo del 31° Stormo ad Italo Balbo, nessuna obiezione sulla intitolazione di altri due velivoli ad Artuto Ferrarin (l’eroe del volo Roma – Tokio) ed a Carmelo Raiti, 1° Aviere M.O.V.M. cui è intitolato lo Stormo (Il Fatto Quotidiano del 12 marzo 2022). Con una nota stampa del 14 marzo il Ministero della Difesa ha poi comunicato di aver provveduto ad impartire disposizioni per la rimozione dai velivoli dello Stormo di ogni riferimento che esuli dai requisiti di identificazione richiesti in ambito internazionale. A tutto ciò ha poi fatto seguito l’interpellanza di un parlamentare che ha comunque chiesto ragioni alla Presidenza del Consiglio ed al Ministro della difesa della intitolazione di un velivolo della flotta di Stato ad Italo Balbo, “un feroce ras delle squadre fasciste”, chiedendo poi “quali iniziative di competenza si intendano assumere affinché vengano individuate le responsabilità della intitolazione di un aereo della Aeronautica militare destinato alla flotta di Stato al gerarca Italo Balbo, nonché della mancata vigilanza e del mancato intervento per impedire che ciò accadesse“.
Devo ammettere che la notizia comparsa sui quotidiani, che facevano riferimento esclusivamente alla interrogazione parlamentare del 15 marzo, omettendo la notizia pubblicata da altro quotidiano tre giorni prima, di primo acchito mi ha lasciato di sasso, ma subito allo stupore ha fatto seguito un forte senso di risentimento. Non serve decantare le gesta di Italo Balbo, noi che abbiamo l’Aeronautica Militare nel sangue conosciamo il personaggio, la sua storia e quanto egli sia stato importante per la costituzione della Forza Armata.
In sintesi la motivazione della interrogazione è insita nel fatto che Italo Balbo, pur ammettendo che sia stato un aviatore, fu un gerarca fascista ed in quanto tale chi ha sollevato il problema in ambito parlamentare ha ritenuto una vergogna intitolargli uno degli aerei con cui viaggiano le più alte cariche istituzionali, chiedendo poi che siano individuate le responsabilità di chi non ha impedito che ciò accedesse.
Io ho il difetto di leggere i libri ed il più delle volte dimenticarne i titoli, e se gli autori non sono fra quelli che leggo spesso dimentico anche i loro nomi. Nel caso di Italo Balbo ho invece l’impressione, anzi il convincimento, che chi ha promosso la condanna dell’accaduto si sia limitato a leggere la copertina della sua storia, senza poi nemmeno aprire il libro e sfogliarne almeno superficialmente le pagine. Come ho anticipato non voglio, né sono in grado, di illustrare la storia di Italo Balbo e delle sue gesta. Molti lo hanno fatto descrivendo e dettagliando tutte le sue imprese. Mi limiterò solo a fare alcune considerazioni. L’Aeronautica Militare è stata fondata il 28 marzo del 1923, in piena era fascista, credo quindi che l’aver posto nelle mani di un gerarca fascista le sorti di una novella Forza Armata non possa suscitare alcuna meraviglia.
Voglio ricordare, se ce ne fosse bisogno, che il nome di Italo Balbo è famoso nel mondo non per essere stato un gerarca fascista, bensì per le eroiche gesta compiute in campo aeronautico. A Chicago c’è ancora una Balbo Avenue ed è ancora in piedi il Balbo Monument, nonostante negli USA si fossero sollevate voci contro Balbo. Le voci sono cadute nel nulla ed il nome di Balbo è ancora lì.
Voglio anche ricordare, per chi non lo sapesse, che le cronache storiche riportano come, due giorni dopo l’incidente di volo in cui Balbo perse la vita insieme al suo equipaggio, un aereo britannico paracadutò sul campo italiano una corona di alloro con un biglietto di cordoglio: «Le forze aeree britanniche esprimono il loro sincero compianto per la morte del Maresciallo Balbo, un grande condottiero e un valoroso aviatore che la sorte pose in campo avverso»
E se poi si vuole provare a cancellare le tracce di Italo Balbo, e ciò che a lui conduce, allora di cammino se ne deve fare molto, ma veramente molto. Direi di iniziare dal Palazzo dell’Aeronautica dove da qualche decennio fa bella mostra di se un busto di Italo Balbo ed ai suoi piedi le lapidi dell’intero equipaggio recuperate dal luogo della prima sepoltura, nei pressi di Tobruk, perché rischiavano di andare perdute.
Anche a chi conosce poco della storia del meraviglioso Palazzo A.M. potrà non passare inosservato il nome di Italo Balbo all’interno del monumentale ingresso dei tre archi perché è riportato in chiaro che fu lui il Ministro per l’Aeronautica che volle e portò a conclusione, a tempo di record, i lavori per la realizzazione del Palazzo. Ed ancora, senza entrare nel Palazzo, alzando gli occhi al cielo si potranno ammirare le due mastodontiche ali poste sul tetto. Sono le ali, in scala 1:1, di un S55, il velivolo con cui Balbo fece le tanto note, rinomate, eroiche ed universalmente conosciute Crociere.
Se poi si dovesse avere la fortuna di entrare nel Palazzo e visitarlo quando è aperto al pubblico (accade almeno una volta l’anno) si potrebbe godere dei meravigliosi affreschi delle stanze del secondo piano che raccontano storie di Roma antica e della nascitura Regia Aeronautica.
Ecco, se si volesse cancellare il nome di Italo Balbo bisognerebbe, anche, eliminare tutto ciò, perché è in bella vista, può essere ammirato da chiunque, italiano o straniero, frequenti per qualche ragione il Palazzo A.M. e vedrebbe in ogni dove Italo Balbo e la sua firma.
Attenzione però, perché tutto ciò non basterebbe. Resterebbero ancora in piedi Guidonia, la Città dell’aria voluta da Balbo, ed Orbetello che ospita il famoso scalo nel quale si addestrarono gli Atlantici e che ora pare si voglia proprio intitolare ad Italo Balbo (interpellanze parlamentari permettendo).
Ma quand’anche si riuscissero a cancellare tutte le tracce di Balbo sul suolo nazionale, resterebbero le sue gesta. E come si fa a cancellare la storia? Come si fa ad eliminare tutto ciò che si trova su internet o su YouTube su Balbo? E per quanto si cerchi, di Italo Balbo non viene ricordato il fatto che fosse un gerarca fascista, lo era e non lo si può negare, ma oltre ciò ci sono poi pagine e pagine e pagine di storia che non parlano del gerarca ma del professionista e dell’eroe.
E mi spingo oltre, cancelliamo Balbo dalla storia dell’Aeronautica! L’anno prossimo l’Aeronautica festeggerà i suoi 100 anni dalla fondazione. Mi immagino già mostre, libri, convegni e tanto altro. Che facciamo di questi 100 anni i primi 20 li lasciamo in bianco?
Potrei continuare all’infinito, ma credo di essere stato abbastanza chiaro su quanto il mio personale disappunto ha voluto esprimere.
Voglio però chiudere con un’ultima segnalazione. Balbo non fu l’unico gerarca fascista che ebbe a che fare con la Regia Aeronautica.
Ne cito un altro. Se vi trovate a passare nei pressi della Cappella dell’Accademia Aeronautica vedrete che in una bacheca c’è il testo del “DECRETO COMMISSARIALE DEL 5 NOVEMBRE 1923 CHE ISTITUISCE LA REGIA ACCADEMIA AERONAUTICA” a firma del Vice Commissario per la Regia Aeronautica, Aldo Finzi.
Anche Aldo Finzi era un gerarca fascista e se a qualcuno pungesse vaghezza, come usa dire un mio amatissimo padrino, di portare un fiore sulla sua tomba dovrebbe recarsi alle Fosse Ardeatine.
Questo si scopre quando oltre a leggere la copertina dei libri si legge anche tutto il contenuto, specie se è relativo alla storia del proprio Paese.