di Antonio Toscano
Le decorazioni brilleranno sul petto dei nostri ragazzi, perché sono meritate e sono soprattutto il frutto di un lungo tirocinio che si chiama “Cultura del Quindicesimo”.
Le basi partono da lontano, anche se è sempre possibile riscontrare uno slancio ed un’operazione ardita. Ma il lavoro della cultura di cui parlo, ha il carattere della soluzione di continuità, quella che è difficile che si rompa: la professionalità, quella che si mette in opera come un gesto di ogni giorno e si acquisisce da noi, con l’addestramento, il sacrificio e le rinunce.
Guadalupi e Fabbri sono ragazzi che conosco fin dalla loro prima apparizione allo Stormo. L’uno giovane ed entusiasta apprendista del soccorso con le ali; l’altro giovane aitante e prestante proveniente dalla mia stretta parentela: Aerosoccorritore.
Davide Guadalupi, detto Guada, ha subito le conseguenze della “Tortura Iacoella” feroce istruttore dell’ex Case, ha imparato da Campi – il neo – ha appreso “le scuole di pensiero” come le chiamava il famoso custode dell’avamposto borbonico Gigino Ricciardi – detto il Preside – ha volato in lungo ed in largo col “Nonno” Ivaldi e non poteva che approdare a simili traguardi. Ho perfettamente impresso nella memoria i suoi primi approcci agli ammaraggi cercando i famigerati 40 nodi.
Per Fabio Fabbri ho personalmente sostenuto alcune battaglia con qualche Comandante di allora, sostenendolo ed aiutandolo a crescere con i valori del Gruppo e dello Stormo. Non mi sorprende il risultato, perché già conoscevo nei minimi dettagli la storia di quella notte in cui caddero in mare.
E non mi sorprende che lui, un ARS vecchia scuola, si sia preso carico del “Suo Mestiere”, come un buon artigiano che mette in atto la sua opera.
Se le conseguenze non sono state disastrose lo si deve a lui, alla sua capacità di superare il trauma, al suo affetto verso i compagni di lavoro e verso la parrocchia di cui fa parte, lasciandosi guidare dal senso di responsabilità verso l’equipaggio.
Personalmente sono felice di sapere, al di la di una facile retorica, che gli uomini del Quindicesimo sono sempre sulla cresta dell’onda; la “Scuola di Pensiero” che è stata seminata, arata, curata ed amata, dà sempre buoni frutti, nel segno della solidarietà umana e soprattutto nel segno della indiscussa professionalità, dove il buio non ci fa paura.
Oggi siamo gioiosi ed uniamoci al Comandante di Stormo per far giungere ai valorosi ragazzi il nostro plauso.
Nel vecchio ARS resiste sempre la nota polemica, forse è una scuola anche quella, circa la secolare lentezza, circa il nascosto timore in qualcuno di mostrare il meglio; ma come diceva il fu Giovanni Agnelli circa la pubblicità, non c’è quella buona e quella cattiva, esiste solo la pubblicità, che permea la vita di ogni giorno.
Saperla usare non è peccato, forse dobbiamo ancora imparare.
Auguri a tutti.
MAMMAJUT