di Maurizio Conti
Voglio proporvi una proporzione:
15° : Ciampino = 83° : Rimini
che si legge: il 15° sta a Ciampino, come l’83° sta a Rimini. Provo a spiegarmi…
Sono diventato uomo del Quindicesimo SAR all’85° Gruppo di Ciampino nel 1977. Lo Stormo era tutto in un hangar posto in prossimità della testata 33 dell’aeroporto di Ciampino, alla testata opposta c’erano i “fratelli ricchi” del 31° Stormo ed in mezzo l’aerostazione civile ed il comando Aeroporto.
Un po’ a riprendere questa divisione, dentro l’hangar l’85° Gruppo occupava la parte più a sud del primo piano, insieme all’Ufficio Tecnico; l’84° degli HU-16 era al lato nord, accanto alla Sala Operativa, ed al centro c’era l’ufficio del Comandante di Stormo (allora il Col. Luciano Bocus).
L’85° annoverava piloti del calibro di Onorati, Ciccarelli, Genovese, Jecher, Gibilisco, Campi, Roda, Berardo, Innocenzi Aldone Iacoella e via andare, specialisti come Sestili, Oroni, Pompei, Santorsola, Leonetti, Passero, aerosoccorritori come Toscano, Russo, Petrucci, Morra: roba da sentirsi veramente piccoli. Ma, come tanti hanno scritto su questo sito meglio di me, non c’erano padri e padroni, figli e figliastri, eravamo una famiglia sana, tutti pronti a sacrificarsi per gli altri e per il bene comune dello Stormo.
Volavamo sugli J, sugli J3, e sui 204, non avevamo un circolo nostro dove stare insieme, ma c’era Rega con i suoi panini già pronti alle 5 di mattina per dare conforto all’equipaggio di allarme sul 204; non c’era una zona residenziale dove le nostre famiglie si potessero conoscere e stare insieme, ma c’erano riunioni frequenti al circolo dell’aeroporto chiesto in prestito per le varie occasioni.
Poi l’84° dismise i suoi Albatross e fu riformato a Brindisi sugli HH3F. Questa fu l’occasione per l’85° di “allargarsi” occupando gli spazi lasciati liberi e così si riuscì ad ottenere almeno un paio di stanze per far riposare l’equipaggio di allarme accanto all’elicottero senza dover fare le corse notturne dalle stanzette all’hangar con conseguenti soste e riconoscimenti alla solita sbarra della finanza. Inoltre, ereditammo ex radaristi dell’HU16 quali Catini e Bettanello (e dico poco!) che ci hanno insegnato ad usare il radar non come un televisore ma come uno strumento essenziale per la navigazione e l’individuazione di fenomeni meteo che sarebbe stato meglio evitare.
Poi è toccato anche a me lasciare l’85° per andare a “fondare” l’83° a Rimini insieme a Barale, Ancora e Bob Bassi. Lì trovammo gli specialisti che avevano fatto il corso elicotteri e sull’HH dopo decenni di servizio ai 104: Bastoni, Mordini, Perra, Alias, Angelini, Polcri, Rodano, Padovan ed altri che – dopo accurato indottrinamento – hanno capito che la vita del SAR è diversa da quella dei “centoquattro”, che l’equipaggio è uno e per essere uno in volo il personale del Gruppo deve essere “uno” anche a terra, in tutte le occasioni. In seguito sono stati loro i migliori addestratori dei giovani che poi sono arrivati al Gruppo e così anche lì in terra romagnola ha profondamente attecchito lo spirito del SAR.
A Rimini l’83° era ospite del 5°Stormo, non aveva niente di suo, quindi nulla di nuovo rispetto alla vita di Ciampino, sì c’era il Circolo molto più vivo, c’era la zona residenziale con il villaggio, ma era sempre roba di altri. In compenso, in hangar c’era il nostro baretto con Bertozzi e Lucarini sempre pronti a fare due spaghetti all’ora di pranzo, c’era la cena mensile con le famiglie nel nostro hangar, c’era il tratto sul prato da percorrere più volte al giorno tra la palazzina comando e l’hangar, con il sentiero fiancheggiato da piccoli alberi di frutta piantati da Roberto Tommasi, sì anche a Rimini era arrivato il SAR!
Il SAR non con i 104 da Mach 2, ma con gli elicotteri da 120 nodi e con lo spirito combattivo dei suoi Uomini e così, quando i giornali hanno cominciato ad elencare le missioni di soccorso portate a termine, il rispetto e l’interesse per questo Reparto è andato via via aumentando, conquistando l’apprezzamento della cittadinanza ed anche dei colleghi “più veloci”.
Quando un brutto giorno (per me) arrivò Mario Sorino ho capito che il mio tempo in Romagna era finito, che a Rimini sarei tornato (come poi effettivamente è accaduto moltissime volte) come “turista” sicuro di ritrovare gli amici che avevo lasciato.
Sono andato a fare il Capo Ufficio Operazioni allo Stormo ed il rientro a Ciampino mi ha fatto sentire meno pesante il distacco da Rimini. La planimetria generale dell’aeroporto era la stessa: i “fratelli straricchi” in testata 15, il Comando Aeroporto in mezzo, il 15° in testata 33. Ora però l’85° aveva un hangar tutto suo, ma il posto nel vecchio hangar era stato occupato dal 46° con i suoi Canadair, dal CAE di Aldo, da una quantità di AB212 e da 2 A109.
É passato anche quell’anno e, come ha simpaticamente descritto Toscano, è toccato anche a me frequentare SGA, SGU, SLE, SMA, SMI come li chiamava Russo, per poi avere il grande onore di tornare a Ciampino ad occupare l’ufficio al centro del 1° piano dell’hangar Comando, l’ufficio del Comandante di Stormo. Inutile ripetere per la terza volta la planimetria aeroportuale: sempre la stessa. Continuavamo a non avere un circolo nostro, ma avevamo la cantinetta, fortemente voluta da Zardo, sede di frequenti ritrovi conviviali ed avevamo lo stesso spirito di gruppo che si era dimostrato vincente anche nel corso delle recenti operazioni in Somalia, in una tipologia di impiego del tutto nuova, ma che sapevamo bene sarebbe diventata quella del futuro Stormo.
Con mia grande gioia gli uomini erano sempre gli stessi del ’77 con poche defezioni e c’erano anche tantissime facce nuove già integrate appieno nella mentalità degli uomini del Quindicesimo, a dimostrazione della capacità dei “Vecchi” e di quel qualcosa di particolare che è proprio dello Stormo, qualcosa che ti prende subito e ti fa capire che sei parte integrante del tutto.
Pochi anni dopo, il Comando di Stormo e l’85° Gruppo sono stati trasferiti sul sedime dell’aeroporto di Pratica di Mare, altro porto di mare che però, se non altro, non aveva la sbarra della Finanza! Sono andato due volte a Pratica e vi assicuro che mi sono sentito un estraneo non per gli Uomini del Quindicesimo, ma per il posto…..quella non era casa mia!
Ora finalmente il 15° Stormo avrà un aeroporto tutto suo, con circolo, zona demaniale, antincendio, pista, torre, tutto, tutto suo. Il Comando di Stormo si allontanerà dalla Capitale e dall’85° che sarà sostituito “accanto al sole” dall’83° che lascerà a sua volta Rimini.
Che dire, sono felice di tutto questo, felice perché finalmente si è avverato un sogno che durava da anni e anche perché questo è l’ennesimo riconoscimento dell’importanza del Quindicesimo nell’economia della Forza Armata.
Ripeto, sono felice, ma nel mio cuore rimane e rimarrà sempre la stessa equazione:
15° : Ciampino = 83° : Rimini
che si legge: il 15° sta a Ciampino, come l’83° sta a Rimini.